Ami profumare ogni stanza con candele, incensi e spray? Attenzione: tra i gadget più usati c’è un insospettabile che, secondo nuovi test, rilascia sostanze legate a rischi seri. Scopri cos’è, come riconoscerlo e cosa fare per respirare meglio a casa.
Diciamolo subito: non tutto ciò che profuma è innocuo. Se ti piace accendere una candela dopo cena, bruciare incensi per rilassarti o spruzzare deodoranti per ambienti per “cancellare” gli odori, potresti star peggiorando l’aria che respiri proprio dove ti senti più al sicuro. Quante volte ti è capitato di avere mal di testa dopo aver “sanificato” casa con un’ondata di profumo? E se ti dicessi che, tra queste abitudini, ce n’è una che i test mettono in pole position per emissioni di sostanze tra le più preoccupanti? Vale davvero la pena capire quale, prima di riaccendere lo stoppino.

Il problema è semplice: vogliamo una casa che sappia di pulito, ma ci dimentichiamo che “pulito” non è sinonimo di “profumato”. L’aria indoor può essere fino a 2-5 volte più inquinata di quella esterna, spiegano EPA e OMS, soprattutto quando sommiamo cottura, vernici, detersivi e profumazioni. Quel profumo persistente che resta appiccicato ai tessuti non è magia: spesso è un cocktail di COV (Composti Organici Volatili), particolato e, in alcuni casi, tracce di sostanze classificate cancerogene come benzene e formaldeide. Li riconosci perché, dopo l’uso, arrivano irritazioni agli occhi o alla gola, tossetta secca, mal di testa, odori che non “svaniscono” aprendo le finestre, e fuliggine nera che si deposita su vetri e pareti, soprattutto vicino alle candele profumate.
A casa mia ho imparato la lezione nel modo più banale: serata hygge, tre candele alla vaniglia, un bastoncino d’incenso, due spruzzate di spray “brezza marina”. Risultato? Lampadari velati di nero in pochi mesi e un fastidioso pizzicore al naso ogni volta che accendevo qualcosa. Quando poi ho letto cosa dicevano gli esperti, tutto ha avuto senso: non era suggestione, era chimica spiccia.
Incensi, spray e candele: lo studio
Qui viene il “gossip” che interessa a tutti. Un’inchiesta di 60 Millions de Consommateurs, ripresa dalla stampa francese, ha analizzato diversi profumatori d’ambiente: incensi, candele profumate, spray e diffusori.

La fotografia è chiara e fa discutere:
- Incensi risultano tra i prodotti più problematici per qualità dell’aria indoor: durante la combustione emettono molto particolato ultrafine, oltre a composti come benzene e formaldeide, sostanze riconosciute rispettivamente come cancerogeno certo e cancerogeno per l’uomo.
- Spray profumati non sono da meno: rilasciano COV (come limonene e altre molecole odorose) che possono reagire con l’ozono presente in casa generando ulteriori inquinanti secondari, fra cui proprio la formaldeide.
- Candele profumate mostrano risultati variabili: dipende da cera, stoppino, coloranti e fragranze. Alcune rilasciano poco, altre lasciano scie di fuliggine e composti irritanti. I diffusori a bastoncini? Generalmente emettono meno particolato perché non c’è fiamma, ma possono comunque liberare COV, specie in ambienti poco ventilati. Messaggio chiave: “naturale” non significa “innocuo”; anche un olio essenziale rilascia terpeni che in certe condizioni reagiscono e peggiorano la qualità dell’aria.
Non affrontare il problema subito significa moltiplicare i “costi nascosti”: più pulizie per rimuovere la fuliggine, tessuti che richiedono lavaggi extra, spese in farmaci da banco per irritazioni banali ma ricorrenti, qualità del sonno peggiorata e, per chi ha bimbi, anziani o animali in casa, una vulnerabilità maggiore a irritazioni e crisi respiratorie. È una classica falsa economia: spendi pochi euro in un profumatore oggi e ne paghi il prezzo in benessere domani.
Arriviamo alla parte che ti interessa: come si risolve, senza rinunciare al piacere di una casa accogliente? La strada è doppia, e arriva da consigli semplici supportati da enti autorevoli. Prima di tutto, riduci la fonte. Gli incensi sono i più critici: usali raramente, mai in stanze piccole o affollate, e spegnili dopo pochi minuti. Se proprio ami quel rituale, fallo con finestre spalancate e lascia arieggiare per almeno 10-15 minuti. Con le candele profumate, scegli cere di origine vegetale o cera d’api, stoppino in cotone non trattato, niente coloranti sgargianti, profumazioni leggere. Mantieni lo stoppino a circa 5 mm e evita che la fiamma “danzi” producendo fuliggine. Brucia una candela per poco tempo, non tre contemporaneamente: la somma conta.