Una norma poco conosciuta sull’assegno unico sta creando malumori: cambiare auto può ridurti l’importo mensile.
Quando si parla di sostegni economici per le famiglie, ogni dettaglio conta. L’assegno unico è nato con l’intento di semplificare e garantire un supporto più equo ai nuclei con figli, ma la realtà mostra risvolti più complessi.

Una scelta apparentemente scollegata, come l’acquisto di una nuova auto, può avere conseguenze dirette sull’importo ricevuto mensilmente. E non si tratta di un’eccezione rara: la regola è scritta, ma in pochi la conoscono davvero. Questo aspetto, legato al funzionamento dell’ISEE, sta generando confusione, rabbia e soprattutto un senso di ingiustizia tra molte famiglie.
Cambiare auto ti costa l’assegno unico: il dettaglio che pochi conoscono ma pesa sul portafoglio
L’introduzione dell’assegno unico in Italia ha segnato un punto di svolta per il sostegno alle famiglie, in particolare per quelle con figli a carico. Tuttavia, una questione controversa è emersa: l’acquisto di una nuova auto può influenzare l’importo dell’assegno unico destinato alle famiglie. Questo effetto si manifesta attraverso le variazioni patrimoniali che l’acquisto di un veicolo può generare, influenzando così l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).
L’ISEE è cruciale per determinare l’accesso a varie prestazioni sociali, inclusa l’erogazione dell’assegno unico. Questo indicatore tiene conto dei redditi e del patrimonio delle famiglie, escludendo la prima casa. È importante sottolineare che le automobili sono considerate nel calcolo del patrimonio mobiliare per l’ISEE. Pertanto, un’auto di valore elevato o un incremento significativo del patrimonio mobiliare a seguito dell’acquisto di un veicolo possono ridurre l’importo dell’assegno unico o influenzare l’accesso ad altre agevolazioni.

Un aumento del patrimonio a causa dell’acquisto di un’auto può quindi superare le soglie ISEE per alcuni benefici, portando a una diminuzione dell’assegno unico. Nonostante l’assegno unico non imponga limiti patrimoniali fissi, gli importi erogati variano in base all’ISEE, diminuendo all’aumentare di questo indicatore. Ciò garantisce che tutte le famiglie con figli fino a 21 anni ricevano comunque un importo minimo.
Questa situazione solleva dubbi sull’equità della regolamentazione e sulle sue implicazioni. Da un lato, alcuni ritengono che sia essenziale per indirizzare i benefici verso chi ne ha più bisogno; dall’altro, critiche emergono riguardo alla penalizzazione di chi investe in beni durevoli come un’auto nuova. La discussione si accende nei forum online e tra le associazioni dei consumatori, con preoccupazioni sulle ripercussioni finanziarie per le famiglie già alle prese con le spese per l’educazione e la crescita dei figli.
Mentre il dibattito su come equilibrare gli interessi economici delle famiglie con le esigenze di equità sociale previste dal sistema ISEE continua, la complessità delle politiche assistenziali in relazione alle dinamiche economiche individuali e collettive rimane evidente.