Se ami viaggiare il Noctourism è l’esperienza che devi provare nei tuoi prossimi viaggi: ecco di cosa si tratta.
Per milioni di persone viaggiare non è solo un passatempo, è un vero e proprio stile di vita. È l’arte di ritagliarsi un altrove quando il quotidiano stringe, di cercare vie di fuga dalla routine, di riconnettersi a se stessi cambiando orizzonte. C’è chi pianifica l’anno attorno a un itinerario, chi ama improvvisare, chi colleziona capitali europee o percorsi nella natura, chi cerca il sapore autentico di un mercato di quartiere e chi l’adrenalina di una vetta.

Al tempo stesso, il grande afflusso in alcune mete ha reso più affollate le ore centrali della giornata, spingendo i viaggiatori più curiosi a cercare alternative. La voglia di autenticità, la crescita dell’attenzione al benessere e la ricerca di sensazioni più intime hanno portato alla ribalta un fenomeno che sta conquistando sempre più consensi, il Noctourism. Se ami viaggiare per sentirti davvero altrove, è il momento di appuntarti questo nome che presto sentirai ovunque.
Cos’è il Noctourism e perché cambierà il tuo modo di viaggiare?
Noctourism significa rimettere l’oscurità al centro dell’esperienza. Quando il sole tramonta, i luoghi cambiano consistenza: i suoni si amplificano, i profumi si fanno più netti, gli occhi si abituano a luci morbide, il ritmo rallenta o, al contrario, accelera in una vibrazione collettiva. Non è un semplice “fare tardi”, ma costruire il viaggio attorno a ciò che accade dopo il crepuscolo: osservazione del cielo, incontri con la fauna attiva di notte, rituali e feste tradizionali, uscite in natura guidate, mercati che aprono soltanto alla sera, alloggi pensati per godere della volta stellata.

In Amazzonia, ad esempio, una pagaiata silenziosa lungo un canale illuminato dalla luna è un’esperienza quasi sinestetica: non sempre si vede, ma si ascolta il bosco che vive. Il ruggito profondo di una scimmia urlatrice, il frinire delle cicale, il gracidio intermittente delle rane e il canto improvviso di un uccello notturno diventano una colonna sonora ipnotica.
Dove il cielo è protagonista, il viaggio diventa un atto di meraviglia. La riserva naturale di NamibRand, in Namibia, è un santuario del buio certificato da DarkSky International: lontanissimo da centri abitati, con inquinamento luminoso quasi nullo, regala notti in cui la Via Lattea appare come un fiume lattiginoso che taglia il deserto. Alcune strutture mettono a disposizione telescopi e introducono all’osservazione con astronomi residenti; spesso le camere hanno lucernari per addormentarsi sotto gli astri.
A Hong Kong, nel quartiere di Tai Hang, durante il Mid-Autumn Festival sfila un drago di fuoco lungo decine di metri, costruito con canne, riempito di paglia e costellato di bastoncini d’incenso accesi. Centinaia di danzatori lo portano lungo le strade in un intreccio perfetto di danza, spiritualità e spettacolo. Il profumo dell’incenso, le scintille nell’aria e il ritmo dei tamburi compongono un teatro urbano che non si dimentica.
Per chi cerca l’epica, dormire al campo base dell’Everest è un gesto simbolico potentissimo. Dopo giorni di trekking in quota, passare una notte ai piedi del gigante dell’Himalaya significa convivere per qualche ora con gli alpinisti, sentire la temperatura precipitare e alzare lo sguardo verso un firmamento che sembra a portata di mano. È un’esperienza impegnativa e da affrontare con operatori certificati, ma proprio per questo così rara.
In Italia, il Piemonte svela un volto notturno sorprendente. Qui la cerca del tartufo dopo il tramonto è consentita e, con i cani addestrati, si parte nei boschi quando l’aria è più umida e i profumi del sottosuolo si fanno intensi. I cercatori raccontano che la notte aiuta la concentrazione degli animali e riduce le distrazioni. Tra novembre e dicembre, nei mesi migliori per il pregiato bianco, la battuta si trasforma in una lezione di ecologia, olfatto e cultura gastronomica.
Più a nord, l’Islanda insegna come coniugare freddo e comfort. L’ovale aurorale abbraccia l’isola, e le sorgenti termali naturali sono il rifugio perfetto da cui scrutare il cielo: ci si immerge in acque calde a cielo aperto e si attende che le tende di luce si accendano, fluttuino, si dissolvano per poi riaffiorare. Alcuni hotel hanno vasche all’aperto e sale vetrate pensate espressamente per una “caccia” all’aurora confortevole e silenziosa.
Dall’altra parte del mondo, a Phillip Island in Australia, ogni sera va in scena una parata tenerissima: i piccoli pinguini lasciano l’oceano e risalgono la spiaggia ondeggiando fino alle tane. La fruizione è regolata con tribune a illuminazione minima e punti d’osservazione protetti: i biglietti finanziano la conservazione e invitano i visitatori a un rispetto rigoroso delle regole per non disturbare gli animali. Tra novembre e gennaio è più facile scorgere i pulcini.

Per vivere notti così servono alcune attenzioni pratiche. Una torcia frontale con luce rossa riduce l’impatto su fauna e cielo; abbigliamento a strati e scarpe adatte sono imprescindibili; affidarsi a guide locali qualificate è spesso obbligatorio e sempre consigliato. In molte aree protette si accede solo con permessi o in orari definiti: informarsi prima, prenotare e rispettare i regolamenti è parte integrante dell’esperienza. Il risultato è un modo diverso di viaggiare, che dilata i sensi, decongestiona le ore di punta e, in molti casi, promuove un contatto più responsabile con i luoghi. Quando il mondo spegne le luci, la curiosità si accende.