E’ sotto i nostri occhi ma nessuno ci pensa: ecco perché gli aerei hanno tutti questa caratteristica

Un dettaglio sugli aerei che tutti notano ma pochi capiscono: ecco perché questa caratteristica è fondamentale.

Dalla fisica del calore alla sicurezza in volo: la ragione, molto concreta, dietro il “bianco” delle fusoliere Lo vediamo ogni volta che alziamo lo sguardo su un cielo trafficato o imbarchiamo per una nuova destinazione: la stragrande maggioranza degli aerei di linea è bianca.

Aereo in volo tra le nuvole
E’ sotto i nostri occhi ma nessuno ci pensa: ecco perché gli aerei hanno tutti questa caratteristica (Uspms.it)

Una scelta talmente comune da sembrare scontata, come il verde del semaforo. Eppure, dietro quel bianco che veste fusoliere e ali si nasconde un mosaico di motivi scientifici, economici, operativi e perfino ecologici. Un colore, insomma, che non è “solo” un colore.

La fisica dietro il bianco degli aerei

Il motivo più immediato è fisico: il bianco riflette gran parte della radiazione solare. “È il modo più semplice per ridurre il riscaldamento superficiale,” ha ricordato di recente John Hansman, professore di aeronautica e astronautica al Mit.

Una fusoliera chiara assorbe meno calore, protegge materiali e vernici dall’irraggiamento, e mantiene più stabili le temperature dei sistemi di bordo, dall’avionica alle batterie. L’effetto si avverte soprattutto a terra, quando il velivolo resta esposto per ore sul piazzale: meno calore accumulato significa un carico inferiore per gli impianti di condizionamento e, quindi, meno energia richiesta all’APU o agli impianti di terra, con piccoli ma misurabili risparmi di carburante e consumi.

Aereo in fase di atterraggio
La fisica dietro il bianco degli aerei (Uspms.it)

C’è poi il tema, tutt’altro che marginale, della sicurezza. In aria come sulle aree di manovra, un grande oggetto bianco risalta di più sullo sfondo del cielo o del paesaggio rispetto a livree scure. Uno studio pubblicato sulla rivista Human–Wildlife Interactions ha evidenziato come il bianco riduca il rischio di bird strike, gli impatti con volatili che costano all’industria centinaia di milioni di dollari l’anno e possono avere conseguenze gravi per i motori e le strutture.

Maggiore visibilità significa anche migliore consapevolezza visiva per altri equipaggi e per il personale di terra in condizioni di luce variabile, un vantaggio che si somma ai sistemi elettronici di prevenzione delle collisioni.

Il bianco è anche un alleato della manutenzione. Su superfici chiare, crepe, ammaccature, segni di corrosione e, soprattutto, tracce di perdite di olio o di fluidi idraulici lasciano aloni scuri più facili da individuare a occhio nudo durante i giri ispettivi.

In aeronautica, dove il tempo conta e l’affidabilità è regina, il fatto di poter riconoscere subito una “anomalia” visiva accelera le decisioni e riduce la probabilità che un problema sfugga tra un controllo e l’altro. Anche la qualità della vernice gioca la sua parte: i pigmenti bianchi tendono a scolorire e “gessare” meno rispetto alle tinte molto sature, che richiedono più strati, si degradano più in fretta sotto i raggi UV e costringono a cicli di riverniciatura più ravvicinati.

Il fattore economico non è un dettaglio. La vernice pesa, e sugli aerei ogni chilogrammo conta: una livrea complessa, con tinte scure e numerosi strati, può aggiungere decine di chili rispetto a una finitura chiara e semplice. Su un wide-body, l’intero sistema di verniciatura può pesare diverse centinaia di chili; ridurre spessori e strati significa risparmiare carburante su ogni volo per tutta la vita dell’aereo.

Il bianco costa in genere meno, si applica più facilmente e in meno mani, richiede meno ritocchi e mantiene nel tempo un aspetto uniforme. Anche il mercato del leasing spinge in questa direzione: un velivolo “neutro” è più rapido da ripitturare quando cambia compagnia, resta meno tempo a terra e conserva meglio il valore residuo.

Non mancano, ovviamente, le eccezioni. Alcune compagnie scelgono livree appariscenti per distinguersi, soprattutto sulla coda e sui motori, aree “iconiche” che incidono meno sulla gestione termica complessiva. In passato, American Airlines ha fatto scuola con la fusoliera in metallo lucidato a specchio, una scelta oggi quasi scomparsa per l’ampio uso di materiali compositi che, a differenza dell’alluminio nudo, necessitano di uno strato protettivo di vernice.

Nel frattempo, si sono diffuse soluzioni ibride: pance grigie per mascherare lo sporco di pista, pannelli antiriflesso scuri davanti al parabrezza per migliorare il comfort visivo dei piloti, dettagli cromatici che preservano l’identità del marchio senza “scaldare” l’intero velivolo.

Svariati aerei in manutenzione prima del decollo
Gli aerei nascondono un segreto scopri il motivo dietro questa caratteristica (Uspms.it)

All’orizzonte si affacciano tecnologie che promettono di conciliare prestazioni e creatività cromatica. Pigmenti “cool” capaci di riflettere l’infrarosso anche in tonalità non bianche, rivestimenti idrofobici e autopulenti che riducono lo sporco (e quindi la resistenza aerodinamica), finiture microtesturizzate ispirate alla pelle degli squali per abbattere la resistenza: soluzioni ancora in sperimentazione o adottate in modo selettivo, che però confermano quanto la pelle di un aereo sia una componente ingegneristica a tutti gli effetti.

Se il bianco domina, insomma, è perché risponde contemporaneamente a esigenze di fisica, sicurezza, manutenzione, costi operativi e flessibilità commerciale. La prossima volta che vedremo una fusoliera scintillare sotto il sole in attesa del decollo, potremo leggere in quel candore meno un vezzo estetico e più una lunga serie di decisioni tecniche pensate per far volare meglio, più sicuro e a costi sostenibili.

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