Esclusi dalla rottamazione delle cartelle esattoriali: molti italiani dovranno pagare tutto

Esclusi direttamente dalla rottamazione delle cartelle esattoriali, molti italiani dovranno pagare tutto, fino all’ultimo euro.

Per settimane hanno sperato in un nuovo spiraglio, confidando nell’ennesima misura di alleggerimento del carico fiscale. Questa notizia è arrivata come un brusco risveglio: una ampia platea di contribuenti è rimasta esclusa dalla rottamazione delle cartelle esattoriali. Significa, in concreto, che per molti italiani la prospettiva è una soltanto: pagare tutto quanto dovuto. Niente sconti, niente definizioni agevolate, niente scorciatoie. Una doccia fredda che investe famiglie, professionisti e piccole imprese, già alle prese con mesi di inflazione, tassi più alti e un clima economico incerto.

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Esclusi dalla rottamazione delle cartelle esattoriali: molti italiani dovranno pagare tutto (Uspms.it)

Negli ultimi giorni i centralini dei consulenti fiscali si sono surriscaldati. Domande, richieste di chiarimento, timori: “Perché sono fuori? Che cosa è cambiato? Posso rientrare?” La risposta per ora è netta: chi non rientra nei criteri previsti dovrà saldare integralmente il debito iscritto a ruolo. Il messaggio che arriva dai front office e dall’Area Riservata dei contribuenti è inequivocabile e, per tanti, disarmante.

L’impressione, diffusa, è che la stagione delle definizioni agevolate generalizzate abbia imboccato una stretta. Eppure la ragione di questa esclusione non è casuale, né episodica: affonda in una serie di valutazioni tecniche e scelte politiche ben precise che hanno circoscritto il perimetro di chi poteva beneficiare di cancellazioni e rottamazioni.

Il motivo dell’esclusione dalla rottamazione delle cartelle esattoriali

Il Governo ha imboccato una linea di forte selettività sulla cancellazione delle cartelle e sulle misure cosiddette “agevolative”. Niente condono generalizzato, niente interventi a pioggia: l’orientamento è quello di concentrare eventuali cancellazioni solo su posizioni di modesto importo o su crediti molto datati e di difficile esigibilità, con paletti stringenti e verifiche puntuali. In altre parole, si punta a un intervento chirurgico di “pulizia” degli arretrati più vecchi e marginali, evitando invece di estendere la cancellazione a debiti rilevanti o più recenti.

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Il motivo dell’esclusione dalla rottamazione delle cartelle esattoriali (Usms.it)

L’articolo evidenzia come la scelta governativa miri a salvaguardare gli equilibri di bilancio e la credibilità del sistema di riscossione. Anziché una nuova ondata di rottamazioni generalizzate, la strategia privilegia strumenti selettivi, limitati nel perimetro e accompagnati da criteri di accesso che di fatto lasciano fuori la maggior parte delle posizioni sostanziose. È anche per questo che molti contribuenti, pur avendo atteso un intervento “salvifico”, si ritrovano adesso esclusi: la misura non riguarda la loro tipologia di debito, l’annualità o la fascia di importo.

A complicare il quadro c’è il ruolo degli enti coinvolti. L’orientamento richiamato dall’analisi sottolinea che non tutti gli enti creditori si muovono allo stesso modo e che, in diversi casi, eventuali cancellazioni o alleggerimenti non sono automatici né uniformi sul territorio. Ciò produce una mappa a macchie di leopardo: un contribuente può rientrare in una casistica in un comune o per un certo tributo, ma restarne fuori per altri carichi e in altri contesti. Questo aspetto, messo in evidenza dalla ricostruzione di Borsa & Dintorni, spiega perché la delusione sia così diffusa e perché la percezione di incertezza sia aumentata.

Infine, la stessa analisi rimarca che non è prevista la riapertura generalizzata dei termini di adesione per chi non ha presentato domanda nei tempi o non ha rispettato le scadenze previste in precedenza. Anche qui la linea è di rigore: chi è decaduto o non ha avuto accesso, nella maggior parte dei casi non potrà rientrare. Da qui l’impatto concreto: tanti italiani, esclusi dalle finestre agevolate o non ricompresi nei nuovi paletti selettivi, devono adesso fare i conti con il pagamento integrale del dovuto.

Per chi si trova in questa situazione, le strade percorribili sono essenzialmente due: verificare con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione la propria posizione per accertare se esistano margini residui di definizione per specifiche partite, oppure attivare piani di rateizzazione, ordinari o per comprovate difficoltà, in modo da distribuire il carico nel tempo. I professionisti suggeriscono di non attendere l’ultimo momento: ridefinire il calendario dei pagamenti e mettere in sicurezza la liquidità può evitare sanzioni aggiuntive e procedure esecutive, in un contesto in cui l’ipotesi di “pagare meno” si è, per molti, definitivamente allontanata.

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