Fringe benefit 2025: puoi cumulare 2.000€ + 1.000€ con questo trucco legale

Arriva il fringe benefit per il 2025 con il quale puoi accumulare 2.000€ + 1.000€ grazie a un trucco del tutto legale. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.

Una nuova normativa sui fringe benefit consente, in presenza di alcuni requisiti e seguendo una procedura precisa, di sommare due diverse “finestre” di esenzione, arrivando a 2.000 euro più ulteriori 1.000 euro.

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Fringe benefit 2025: puoi cumulare 2.000€ + 1.000€ con questo trucco legale (Uspms.it)

Il risultato, se gestito correttamente entro i tempi, è la possibilità di ottenere rimborsi e beni aziendali detassati, migliorando il potere d’acquisto senza incidere sul reddito imponibile. Un tesoretto fino a 3.000 euro in busta paga senza tasse, con un meccanismo totalmente lecito ma ancora poco conosciuto tra i lavoratori dipendenti.

Non si tratta di un escamotage borderline o di una scorciatoia creativa: parliamo di una soluzione pienamente prevista dalla legge, alla portata di chiunque abbia un rapporto di lavoro dipendente e rientri nelle condizioni stabilite. Il punto chiave, tuttavia, è organizzarsi: i tempi sono stretti, l’iter richiede un passaggio formale con il datore di lavoro e serve documentazione puntuale. Chi aspetta gli ultimi giorni dell’anno spesso perde il treno, perché l’erogazione dei fringe benefit deve avvenire in tempo utile per essere contabilizzata sull’esercizio in corso.

Molti HR e uffici paghe hanno già messo in circolazione informative interne, ma non tutti i dipendenti hanno colto la portata dell’opportunità. Di fatto, parliamo di una combinazione di due soglie di esenzione che, se usate in modo coordinato, permettono di coprire spese ricorrenti delle famiglie e allo stesso tempo inserire altri benefit tipici (dalle gift card ai beni/servizi aziendali) entro un tetto ben definito. La vera difficoltà, oggi, non è normativa, bensì organizzativa: rispettare la scadenza interna — indicativamente fissata a ottobre — e fornire al datore di lavoro le autocertificazioni richieste.

C’è poi un aspetto che rende questa misura particolarmente interessante in un contesto di prezzi energetici altalenanti e canoni d’affitto in crescita: una fetta dell’esenzione può essere destinata a coprire voci di spesa molto concrete, come luce, gas, acqua o l’alloggio principale. In pratica, un sostegno mirato ai costi della casa, accanto ai benefit più tradizionali che molte aziende concedono per fidelizzare e motivare i collaboratori. Vale la pena sottolineare che, superate le soglie, i fringe benefit iniziano a concorrere alla formazione del reddito: per questo la pianificazione è cruciale.

Ecco il trucco legale: come si arriva a 2.000€ + 1.000€ nel 2025

La notizia è vera. Per il 2025 la normativa sui fringe benefit consente ai dipendenti con figli a carico di usufruire della soglia ordinaria di esenzione fiscale fino a 2.000 euro. A questa si può affiancare un’ulteriore possibilità di cumulo: fino a 1.000 euro destinati specificamente al rimborso di utenze domestiche (acqua, energia elettrica, gas) e al pagamento dell’affitto della prima casa o degli interessi sul mutuo della prima casa. Se correttamente inquadrati e senza superare i limiti, tali benefit non concorrono a formare il reddito imponibile.

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Ecco il trucco legale: come si arriva a 2.000€ + 1.000€ nel 2025 (Uspms.it)

La procedura è chiara: bisogna presentare una richiesta scritta al datore di lavoro, idealmente entro ottobre, così da permettere all’azienda di programmare l’erogazione entro la chiusura dell’anno fiscale. Il datore di lavoro deve acquisire un’autocertificazione in cui il dipendente dichiara il diritto all’esenzione e indica il codice fiscale dei figli a carico. La documentazione va conservata a fini di controllo.

Cosa significa concretamente? Un lavoratore con figli a carico può ricevere fringe benefit “generalisti” fino a 2.000 euro — per esempio gift card, beni o servizi — e, in aggiunta, chiedere rimborsi fino a 1.000 euro per le utenze domestiche o per l’alloggio principale (affitto o interessi sul mutuo). Esempio: 1.200 euro in buoni spesa + 800 euro in altri benefit aziendali, più 1.000 euro per bollette o canone di locazione, restando nell’alveo dell’esenzione fiscale. La parola d’ordine è non oltrepassare le soglie, perché l’eccedenza farebbe concorrere i benefit al reddito.

In termini di budget familiare, la combinazione consente di massimizzare i fringe benefit tax-free fino a 3.000 euro annui (2.000 euro base per chi ha figli a carico, più 1.000 euro mirati a affitto/utenze). È un margine non trascurabile, specie per chi fronteggia bollette elevate o un canone d’affitto crescente. Molti lavoratori, però, non sono consapevoli di questa finestra: rinviano la richiesta o non presentano l’autocertificazione in tempo, perdendo così un vantaggio fiscale pienamente legittimo e immediatamente monetizzabile.

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