Ho sbagliato il bonifico parlante, adesso perdo il rimborso nel 730? Ecco come ottenere la detrazione

Rischio di perdere il rimborso nel 730 per aver sbagliato il bonifico parlante? Ecco come mi devo comportare per quanto riguarda la detrazione.

La scena è questa: hai pagato lavori in casa o un intervento agevolato ma, al momento del bonifico, hai selezionato quello “ordinario” invece del bonifico parlante, oppure hai compilato male la causale o inserito un codice fiscale sbagliato.

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Ho sbagliato il bonifico parlante, adesso perdo il rimborso nel 730? Ecco come ottenere la detrazione (uspms.it)

Ora temi di aver compromesso la detrazione IRPEF e quindi il rimborso nel 730. La domanda rimbalza tra gruppi e chat: si perde tutto? La risposta non è un sì o un no secco. Nella prima parte facciamo chiarezza su rischi e margini, anticipando che esiste una via per salvare la detrazione; più avanti sveliamo i passaggi concreti per rimediare, con indicazioni pratiche e documenti da predisporre.

Prima, un ripasso rapido: il bonifico parlante è il pagamento “agevolato” richiesto per molte detrazioni edilizie (ristrutturazioni art. 16-bis TUIR, Ecobonus, Sismabonus, barriere architettoniche). Deve riportare una causale specifica che richiama la norma agevolativa, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita IVA o il codice fiscale dell’impresa che esegue i lavori. La banca applica al fornitore una ritenuta dell’8% sull’incassato. Questi elementi servono a collegare in modo certo il pagamento al beneficio fiscale.

Come rimediare e ottenere la detrazione

Gli errori più comuni? Selezionare un bonifico ordinario; dimenticare di inserire il codice fiscale del beneficiario della detrazione o la partita IVA del fornitore; indicare una causale generica; effettuare il pagamento da un conto intestato a un soggetto diverso da chi detrae; cumulare in un unico bonifico corrispettivi per più fornitori o per spese non agevolate. Alcuni errori sono “formali” e non pregiudicano automaticamente la detrazione se la spesa resta tracciabile e correttamente documentata; altri sono sostanziali e vanno corretti, perché impediscono di dimostrare i requisiti richiesti o non hanno consentito l’applicazione della ritenuta.

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Come rimediare e ottenere la detrazione (uspms.it)

Andiamo a scoprire tutto più da vicino:

  • Chiedere lo storno e rifare il pagamento corretto. È la soluzione più “pulita”. Domanda al fornitore di restituire (anche parzialmente) l’importo ricevuto con bonifico non conforme; esegui un nuovo bonifico parlante, con causale completa, codice fiscale del beneficiario della detrazione e dati del fornitore.
  • Bonifico “correttivo” o integrazione con la banca. Alcuni istituti, su richiesta tempestiva, permettono di integrare le informazioni mancanti o di riemettere il pagamento in formato “parlante”, applicando la ritenuta. Non è un diritto, dipende dalle procedure interne e dai tempi tecnici. Vale la pena tentare subito, indicando il CRO/TRN del versamento errato e la causale corretta da riportare.
  • Dichiarazione sostitutiva del fornitore e tracciabilità piena. Se l’errore è formale (per esempio causale incompleta) ma il pagamento è tracciabile, la fattura descrive lavori agevolati e c’è perfetta corrispondenza fra importo, data e soggetti, puoi chiedere all’impresa una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che attesti: a quale intervento si riferisce l’incasso; che il corrispettivo è stato contabilizzato ai fini IVA e imposte; i dati della fattura collegata.
  • Coerenza fra pagatore e detentore della detrazione. Chi intende detrarre deve risultare pagatore o, se diverso, essere familiare convivente avente diritto e risultare in fattura. In caso di errore sull’intestazione del pagamento, il fornitore può emettere fattura integrativa o nota integrativa che individui il soggetto detraente; allega la prova del pagamento tracciabile effettuato da quel soggetto o dal familiare avente diritto.
  • Documenti da conservare per il 730. Fatture intestate correttamente, ricevute dei bonifici parlanti (o del bonifico rifatto), eventuale restituzione/nota di credito, dichiarazione del fornitore, eventuale attestazione della banca sulla rettifica e ogni scambio e-mail utile.
  • Tempistiche e pianificazione. Non esiste un “termine ultimo” rigido per sanare l’errore, ma conviene farlo prima di presentare il 730 per quell’anno di spesa, così da esibire un set documentale già allineato. Se la correzione slitta, in caso di controllo puoi comunque produrre gli atti integrativi.

Un ultimo accorgimento pratico: predisponi un modello di causale e riutilizzalo per tutti i bonifici parlanti, cambiando solo i riferimenti essenziali (numero e data fattura, norma agevolativa corretta, CF e P. IVA). Richiedi al tuo istituto un “bonifico per agevolazioni fiscali” preimpostato e, in caso di dubbi, passa da CAF o commercialista prima di pagare la fattura. Un minuto in più al momento del pagamento vale mesi di tranquillità quando arriverà il 730.

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