I ladri ormai entrano in casa tua passando dalla porta, che a volte sei proprio tu ad aprire, ed ecco come ci riescono travestendosi.
Smettiamo di immaginarli come ombre notturne in tuta nera: i ladri di oggi studiano abitudini, abbigliamento e rituali dei residenti, e colpiscono soprattutto alla luce del giorno passando dalla porta principale. Gli esperti di sicurezza condominiale sottolineano che fino al 90% delle intrusioni avviene dall’ingresso, non da garage o recinzioni. Il trucco?

Mimare figure comuni del quotidiano per abbassare la guardia di chi presidia la portineria o di chi entra ed esce distrattamente. Ecco i 7 travestimenti che i ladri usano per entrare nel tuo condominio senza insospettire, e come riconoscerli: solo così non li farai entrare in casa.
I 7 travestimenti che usano i ladri per entrare in casa tua
I ladri entrano in casa tua il più delle volte attraverso la porta che tu stesso apri oppure, è proprio grazie a questo gesto che, fingendo di chiederti qualcosa, spacciandosi per altre persone, riescono a guardare all’interno e farsi un’idea di come gire successivamente, oppure imparano quali sono le tue abitudini, i tuoi orari, chi c’è in casa ad una certa ora, e così via.

- Travestito da residente: si presenta con abiti e accessori tipici degli abitanti dello stabile, talvolta con borse della spesa o chiavi in mano per sembrare “di casa”. La certezza dell’identità non si basa sull’apparenza. Il portiere deve chiedere sempre identificazione o conferma in rubrica del condominio. In caso di dubbio, nessun accesso senza riscontro diretto con l’unità dichiarata. Telecamere all’ingresso pedonale aiutano a documentare volti e abitudini sospette
- Giovani e adolescenti: approfittano del pregiudizio positivo verso i minori. Si vestono come i ragazzi del palazzo e provano a “passare” con chi entra. Tutti, senza eccezioni di età, devono essere autorizzati da un residente. Il personale non deve sentirsi in colpa se chiede conferme a un adolescente: è una procedura di tutela, non un sospetto personale
- Finti addetti e tecnici (postini, telefonia, manutentori): dichiarano di dover riparare un guasto o consegnare di persona documenti/attrezzature. Possono esibire badge e modulistica artefatti. Richiedere badge con foto e documento, e verificare chiamando l’azienda a un numero ufficiale (mai quello fornito dall’interessato). Se l’intervento riguarda un’unità privata, si entra solo con il residente presente e consenziente. Per le consegne ordinarie, definire un punto di ritiro in portineria senza accesso ai piani
- Finti pubblici ufficiali (ufficiale giudiziario, avvocato, ecc.): invocano urgenza e autorità per forzare l’ingresso, talvolta con documenti dall’aspetto credibile. L’autorità apparente non modifica le procedure. Si verifica identità e motivo dell’accesso; se la pratica riguarda un’unità, si contatta il residente. In assenza di atti formali verificabili, non si consente l’ingresso. Annotare sempre nominativi e numeri di tesserino
- Falso poliziotto: uniforme, distintivi, perfino veicoli con adesivi imitativi. Chiede di entrare “per un controllo” o “per un’emergenza”. La polizia non entra in aree private senza i presupposti di legge. Si verifica tramite centrale operativa chiamando i numeri istituzionali. Nessun accesso senza riscontro o senza i documenti necessari. La calma del portiere è decisiva: nessuna pressione deve far saltare i protocolli
- Autorizzazioni telefoniche e “consegne-sorpresa”: qualcuno, spacciandosi per il residente, chiama per “autorizzare” l’ingresso di un terzo. Oppure si presentano come corrieri di pizza, fiori, cestini o regali “a sorpresa”, chiedendo di salire. Si usa solo la rubrica ufficiale del condominio per contattare il residente e confermare l’accesso; nessuna autorizzazione vale se perviene da numeri non registrati. I fattorini non salgono ai piani: si consegna al banco di portineria o tramite un passapacchi esterno. In caso di “sorpresa”, il portiere trattiene il pacco finché il destinatario conferma

- Il “conosciuto”, il “ben vestito” e gli ingressi dal garage: si accodano a un residente al varco pedonale (tailgating) fingendo di conoscerlo; oppure entrano a piedi in garage approfittando dell’apertura del cancello. In alcuni casi usano auto con modello/colore simili a quelle dei residenti per farsi aprire o si presentano come agenti immobiliari “in visita”. Mai far passare due persone con un’unica autorizzazione. Il portiere deve chiedere a ciascun visitatore a quale unità è diretto e registrarlo. In garage si apre solo dopo aver visto e identificato il conducente; utile una telecamera puntata sul volto.
In questo scenario, la differenza la fanno procedure rigide, formazione periodica del personale e tecnologie semplici ma ben applicate: registro visitatori centralizzato, elenchi di contatti aggiornati dei condomini, telecamere che inquadrino il volto di chi entra in auto e, quando possibile, una postazione di portineria fisicamente protetta. Anche la portineria remota può risultare efficace se l’operatore è addestrato a non farsi condizionare da pressione, fretta o status apparente del visitatore.
La regola d’oro resta una: non derogare mai alle procedure in base all’aspetto o alla storia raccontata alla porta.