Il miglior motore al mondo è italiano: orgoglio nazionale, ecco l’auto che lo monta

Dalla Motor Valley al trono globale: un propulsore nato a Maranello è stato consacrato come il migliore degli ultimi vent’anni secondo le più autorevoli classifiche internazionali.

L’industria italiana dell’auto mette così a segno un primato che va oltre il dato tecnico: è simbolo di una cultura meccanica, di una filiera di altissima specializzazione e di un’idea di innovazione capace di unire tradizione e futuro.

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Il miglior motore al mondo è italiano: orgoglio nazionale, ecco l’auto che lo monta (Uspms.it)

Negli ultimi anni, le principali rassegne di settore hanno celebrato il V8 3.9 biturbo sviluppato a Maranello come un benchmark assoluto. In occasione del ventennale dei premi internazionali dedicati ai powertrain, questo otto cilindri è stato incoronato “Best of the Best”, il migliore dell’era contemporanea.

Un titolo che sintetizza giudizi convergenti: efficienza e potenza, risposta all’acceleratore fulminea, affidabilità, personalità acustica inconfondibile. A pesare sono state non solo le cifre della scheda tecnica, ma la coerenza del progetto: un’architettura votata alle prestazioni che riesce però a dialogare con normative ambientali sempre più stringenti, senza snaturare il carattere del marchio.

L’auto che lo monta: la Ferrari F8 Tributo

Cilindrata contenuta (3,9 litri), doppia sovralimentazione a bassa inerzia, albero motore piatto, gestione elettronica capillare della pressione di sovralimentazione e della risposta del pedale: la ricetta è nota, l’esecuzione è magistrale. Il cuore del risultato sta nella capacità di far convivere la spinta poderosa dell’induzione forzata con una progressione lineare e una sensibilità al gas che ricordano i migliori aspirati del passato.

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L’auto che lo monta: la Ferrari F8 Tributo (Uspms.it)

La coppia arriva in modo crescentemente calibrato, l’allungo è rabbioso oltre i 7.000 giri, la colonna sonora è timbricamente ricca ma mai invadente, con un lavoro di fino su armoniche e risonanze che evita il “sibilo” tipico di molti turbo. Nelle varianti più spinte, la potenza supera la soglia dei 700 cavalli, con margini di affidabilità da record nelle applicazioni stradali e in quelle più specialistiche.

Se c’è una vettura che meglio di altre incarna la celebrazione del V8 italiano, è la Ferrari F8 Tributo. Il nome è un manifesto: omaggio esplicito a una stirpe di otto cilindri che ha segnato la storia delle berlinette di Maranello, dalla 308 alla 458, fino all’era attuale della sovralimentazione.

La F8 Tributo porta in dote l’ultima evoluzione del 3.9 biturbo, con una taratura che raggiunge valori di potenza da riferimento e una messa a punto affinata in ogni area: aspirazione, scarico, attriti interni, logiche di gestione. Il risultato, su strada, è una trazione che aggredisce l’asfalto ma resta comunicativa, un inserimento in curva chirurgico grazie a un’aerodinamica che sfrutta soluzioni come l’S-Duct e un’elettronica predittiva che lavora in trasparenza.

Lo 0-100 km/h scende attorno alla soglia dei tre secondi, la velocità di punta supera i 330 km/h, ma è nella coerenza dell’esperienza che la F8 fa la differenza: i comandi sono leggeri e precisi, lo sterzo parla, i freni sono instancabili, la fruibilità in città sorprende per linearità.

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