Il Bonus “Help Affitto” è un nuovo aiuto per gli inquilini per sostenere con più serenità le spese per l’affitto. Ecco come ottenerlo.
Affitti in crescita costante, stipendi fermi e spese impreviste: per molti sostenere i costi dell’affitto è diventata una sfida e lo è anche per i genitori che hanno figli fuori sede all’Università. Il capitolo casa, in particolare, erode rapidamente i bilanci familiari tra canoni, cauzioni, utenze e rinnovi contrattuali.

A farne le spese sono gli inquilini, famiglie intere, ma anche gli studenti che non possono contare su un alloggio in famiglia e che, nelle città universitarie, si trovano a competere per stanze sempre più care e spesso di qualità discutibile. In questo scenario, una nuova misura denominata “Help Affitto” promette di alleggerire subito il peso delle locazioni con contributi potenzialmente rilevanti. Ecco chi può richiedere questo Bonus.
Che cos’è e come funziona il Bonus “Help Affitto”
“Help Affitto” è un bando operativo presso l’Università di Ferrara (Unife), che mette a disposizione un sostegno economico per le spese di locazione sostenute nel corso del 2025 dagli studenti che studiano lontano da casa. Il meccanismo è pensato per intervenire sulle uscite vive delle famiglie, con importi che si preannunciano significativi nel contribuire a riequilibrare il budget mensile.

L’erogazione dei fondi, tuttavia, avverrà dopo che il Ministero dell’Università e della Ricerca avrà comunicato l’ammontare assegnato all’ateneo che gestisce il bando. Il bando è destinato espressamente agli studenti fuori sede che soddisfano una serie di requisiti, con l’obiettivo di indirizzare il contributo a chi si trova nelle condizioni più fragili dal punto di vista economico.
Nel dettaglio, può fare domanda chi:
- è studentessa o studente “fuori sede”, quindi residente in un comune diverso da quello in cui si trova il corso frequentato e con necessità di alloggio in loco
- è regolarmente iscritto all’anno accademico 2024/2025 a un corso di laurea dell’ateneo che promuove il bando e rientra nelle categorie di primo anno indicate
- è regolarmente iscritto per il 2024/2025 a un corso di dottorato di ricerca del medesimo ateneo
- è regolarmente iscritto per il 2023/2024 a una scuola di specializzazione sanitaria dell’ateneo
- possiede un ISEE 2024 non superiore a 20.000 euro, oppure un’analoga certificazione di reddito estero valida
- non ha già beneficiato, nel corso del 2025, di altri contributi per le spese di affitto, per evitare cumuli
Restano esclusi:
- gli studenti pendolari o i residenti nel medesimo comune della sede del corso, in quanto non qualificabili come “fuori sede”
- coloro che superano la soglia ISEE 2024 di 20.000 euro o che non presentano una certificazione reddituale valida
- chi ha già ottenuto nel 2025 altri aiuti o bonus relativi al canone di locazione, anche da enti diversi
- gli studenti non in regola con l’iscrizione nei periodi indicati dal bando
- gli iscritti che non appartengono all’ateneo titolare dell’iniziativa
La finestra temporale per richiedere il contributo copre le spese di locazione sostenute nel 2025. Le istanze possono essere inoltrate fino al 1° ottobre 2025 tramite l’area riservata dell’ateneo.

La procedura, interamente online, richiede alcuni passaggi tecnici per evitare errori di inoltro:
- utilizzare preferibilmente un computer o un notebook
- pulire la cache del browser, cancellare la cronologia e rimuovere eventuali password salvate
- accedere esclusivamente con credenziali SPID o CIE
- verificare di avere saldato tutte le rate dell’anno accademico 2024/2025
- entrare nella sezione “Questionari” e selezionare “Questionari facoltativi”; completare l’iscrizione al bando seguendo le istruzioni a video.
Il contributo sarà liquidato dopo che il Ministero dell’Università e della Ricerca comunicherà all’ateneo l’ammontare definitivo. In assenza di una cifra prefissata, la dimensione dell’aiuto dipenderà dalla dotazione complessiva e dal numero di aventi diritto. L’obiettivo dichiarato è quello di mettere in campo risorse in grado di incidere concretamente sul canone mensile, così da generare un sollievo “subito” percepibile nei bilanci delle famiglie, pur nel rispetto delle scadenze amministrative di erogazione.