Nella serata che apre le ATP Finals di Torino, l’azzurro sorprende un’arena gremita e milioni di spettatori con un momento inatteso: anche la fidanzata resta senza parole.
E poi, all’improvviso, un attimo che non c’entra con il punteggio e le statistiche, ma con qualcosa di più personale. Jannik Sinner è il protagonista assoluto della serata inaugurale: gioca, convince, conquista. Ma quello che accade dopo l’ultimo punto sposta il racconto fuori dal perimetro del campo, dove la linea tra sport e vita privata diventa sottilissima.

I riflettori sono tutti per lui, la regia non stacca mai. L’azzurro si ferma, respira, osserva la tribuna. È un gesto controllato, misurato, che arriva come la conclusione di una sinfonia. La Inalpi Arena è una camera d’eco, ogni sussurro rimbalza, ogni dettaglio si amplifica. Sarebbe bastato tornare alla panchina, lasciarsi alle spalle l’adrenalina del debutto e fissare la mente sul match successivo. E invece no. Sinner fa qualcosa che cambia il clima, ammutolisce per un istante i presenti, poi fa esplodere commenti e stupore.
“Lo ha fatto davvero”, si legge in tempo reale sulle bacheche social. La frase rimbalza, diventando il ritornello di una notte che doveva essere solo sportiva e diventa anche narrativa. C’è chi parla di coraggio, chi di spontaneità, chi sottolinea il contrasto tra il carattere riservato del campione e la decisione presa davanti alle telecamere. Poche volte, nella carriera dell’altoatesino, si era visto qualcosa di simile. Ecco perché “nessuno ci credeva”: perché nei gesti misurati di Sinner, da sempre restii al clamore, il passo di ieri sera suona come una piccola rivoluzione personale. Anche la fidanzata è rimasta senza parole.
Il gesto di Sinner che ha lasciato tutti senza parole, anche la sua fidanzata
In tribuna c’è lei, Laila Hasanovic, modella danese con radici bosniache. Sempre defilata, mai sopra le righe, puntuale nel sostegno, presenza discreta e costante nelle ultime uscite che contano. Si è parlato molto della coppia, tanto, spesso senza conferme. I due hanno sempre preferito che a parlare fossero i risultati in campo. Ma da qualche settimana i segnali si sono fatti via via più chiari, scanditi da apparizioni calibrate, parole misurate, indizi raccolti da chi segue da vicino il mondo del tennis internazionale. Torino era il palcoscenico più visibile, e proprio qui è arrivato il momento inatteso.

Quando la partita si chiude con la vittoria contro il canadese Felix Auger-Aliassime, dopo un’ora e quaranta di intensità, Sinner si piazza al centro del campo, solleva lo sguardo e compie un gesto semplice, ma dal significato inequivocabile: con il polsino disegna un cuore rivolto verso il settore della tribuna dove siede Laila. Un attimo tenero, sobrio, coerente con la sua indole: niente clamore, niente parole, soltanto un simbolo universale. Lei rimane per un istante sorpresa, poi accenna un sorriso che le telecamere non si lasciano sfuggire. È l’immagine che fa il giro delle piattaforme in pochi minuti.
Per chi segue la vicenda, non è un episodio isolato ma l’anello più visibile di una catena di segnali. A fine ottobre, i due hanno condiviso qualche giorno tra neve e montagne nel Tirolo, un rifugio perfetto per chi cerca protezione dagli sguardi indiscreti. Jannik, cresciuto tra San Candido e Sesto Pusteria, ha mosso gli sci prima ancora di impugnare una racchetta e conosce quei luoghi come una seconda casa. Niente fotografie di coppia esplicite, ma scatti separati, stessi paesaggi, stesse tracce: indizi sufficienti a far capire senza dire.
Un’altra tappa importante è arrivata a Vienna, il 26 ottobre, nel giorno della premiazione: davanti al pubblico e alle telecamere, Sinner ha ringraziato la famiglia e, per la prima volta in maniera limpida, la sua compagna. Era stato già chiaro ad agosto, quando aveva parlato di essere innamorato, pur evitando dettagli. Ieri sera, a Torino, quel percorso ha trovato un momento iconico, perché il linguaggio del campo ha fatto da interprete al linguaggio del cuore.
Il contesto amplifica la portata del gesto. Le ATP Finals non sono un torneo qualunque: sono il culmine della stagione, una vetrina mondiale, una prova di maturità per chi ambisce a restare stabilmente nell’élite. Fare spazio, in uno scenario simile, a un frammento di vita privata significa assumersi il rischio del giudizio, ma anche prendersi la libertà di essere sé stessi. E Sinner lo ha fatto con la consueta misura che lo contraddistingue: nulla di plateale, nulla di costruito.





