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Jannik Sinner, oltre il danno la beffa: adesso Alcaraz è davvero irraggiungibile

Jannik Sinner si trova di fronte oltre al danno anche alla beffa, ora Carlos Alcaraz diventa davvero impossibile da raggiungere. Scopriamo quello che è accaduto.

C’è un tempo, nelle stagioni che contano, in cui il margine si assottiglia fino a sparire. Per Jannik Sinner questo momento è arrivato adesso, nel pieno della tournée asiatica, quando il tennis non concede pause e i centimetri in classifica diventano chilometri. È qui che prende forma quel misto di fatalismo e concretezza: quando sei costretto a rallentare, il rivale accelera. E l’immagine che ne esce è la peggiore possibile: Alcaraz si allontana.

Jannik Sinner, oltre il danno la beffa: adesso Alcaraz è davvero irraggiungibile (ANSA) Uspms.it

Non è solo una questione di punteggi—anche se contano, eccome. È questione di inerzia, di ritmo mentale, di entrare in campo sapendo che ogni turno è una possibilità per allungare o rosicchiare qualcosa. Shanghai, per status e punti in palio, fa la differenza. Mentre l’uno spinge senza apparenti esitazioni, l’altro si ritrova a fare i conti con il lato meno glamour di questo sport: la gestione del corpo, l’arte meno visibile ma decisiva per restare in quota.

La sensazione generale, oggi, è che Sinner stia affrontando un doppio piano inclinato: quello immediato della condizione e quello, più sottile, della lotta a distanza. E quando in ballo c’è un Masters 1000, lo scarto si amplifica. Ecco perché, al di là dei nomi e delle statistiche, questo passaggio rischia di pesare più di un semplice stop and go. Il paradosso è tutto qui: oltre il danno, la beffa.

Jannik Sinner e il nodo di Shanghai: ritiro e stop forzato

Il punto è che Sinner è stato costretto al ritiro a Shanghai. Un imprevisto che ha tagliato di netto il suo cammino nel torneo e, soprattutto, l’occasione di raccogliere punti pesanti in una fase del calendario che storicamente sa orientare la parte finale dell’anno. Le comunicazioni del team hanno parlato di prudenza: scelta dettata da un problema fisico che non aveva senso trascinare oltre, con il rischio di peggiorarlo.

Jannik Sinner e il nodo di Shanghai: ritiro e stop forzato (ANSA) Uspms.it

La domanda immediata diventa “quando tornerà in campo?”. La linea è chiarissima: tempi di recupero scanditi dal buon senso, senza forzature. L’obiettivo realistico è rientrare appena la condizione lo consente, nel solco degli appuntamenti indoor europei che chiudono l’autunno. È una gestione ragionata: meglio rinunciare a qualcosa oggi che ipotecare il domani, specie se le Finals restano sullo sfondo come obiettivo tecnico e simbolico.

Cosa significa tutto questo nella corsa con Carlos Alcaraz? Anzitutto, che la finestra per accorciare si restringe. Shanghai distribuisce bottino pieno a chi spinge fino in fondo: anche solo la possibilità di aggiungere qualche turno utile in tabellone sposta, e se tu sei fermo mentre l’altro continua a macinare, la fotografia diventa impietosa. Non serve drammatizzare: è un’istantanea, non una sentenza. Ma oggi la sensazione prevalente è che Alcaraz, per ritmo e disponibilità competitiva, sia davvero “irraggiungibile” nel breve periodo.

Sul piano pratico, contano due fattori. Primo: i punti non raccolti qui sono più difficili da recuperare dopo, perché gli appuntamenti equivalenti sono pochi e concentrati. Secondo: lo stop interrompe la continuità di gioco, quella che a Sinner, più di altri, tiene alto livello e fiducia. Il contrappeso è che l’azzurro ha già dimostrato di saper rientrare rapido dal pit-stop, accendendo il motore con efficacia dopo pause forzate. Tradotto: se il recupero procede senza intoppi, il calendario indoor offre margine per rimettersi in carreggiata.

Il messaggio da portare a casa è duplice. Per Sinner, è il momento di proteggere il proprio capitale fisico: nessuna rincorsa vale un aggravamento. Per il contesto, è la conferma che a questi livelli la gestione delle micro-variabili—un accenno di fastidio, una settimana saltata—pesa quanto una finale vinta. Nell’immediato, sì: Alcaraz si è fatto lontano. Ma il tennis, per fortuna o per condanna, cambia in fretta. E la stagione non finisce in una fermata forzata: riparte da come scegli di rientrare.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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