Un incontro ravvicinato con dei ladri in strada può essere davvero spiacevole ma anche pericoloso con la nuova tecnica che usano, quella del kill-it: ecco cos’è e come difenderti.
Smartphone in mano per fotografare un monumento, una borsa griffata portata con leggerezza, un orologio che luccica sotto i lampioni: nelle grandi città, è spesso tutto ciò che serve perché un ladro individui la sua prossima vittima. Non parliamo soltanto di furti in casa: il fenomeno corre in strada, tra folla e distrazioni.

Negli ultimi mesi si è affermata una modalità particolarmente insidiosa, ribattezzata sui social “Kill-it”: un’etichetta sensazionalistica dietro cui si cela l’uso di prese rapide e soffocamenti a sorpresa, come il cosiddetto “mataleón”, per stordire o mettere fuori gioco la vittima in pochi secondi. Le cronache parlano di episodi che avvengono senza che nessuno se ne accorga, ma anche di aggressioni improvvise e violente in cui l’intimidazione è brutale e non risparmia donne, anziani o ragazzi. Ma come difendersi?
Cos’è la tecnica del “kill-it” dei ladri in strada
Come difendersi se un aggressore prova ad applicare una presa al collo da dietro? L’obiettivo, spiegano gli esperti di sicurezza personale, è proteggere il respiro e guadagnare tempo per liberarsi e fuggire. Trattandosi di attacchi spesso alle spalle, la prima mossa è ridurre la pressione sul collo: porta il mento verso il petto per schermare le arterie laterali, ruota la testa verso l’incavo del gomito che stringe e usa entrambe le mani per afferrare il braccio che preme, cercando di creare anche un piccolo varco per far entrare aria.

Appena senti che riesci a respirare, piega il busto in avanti per alleggerire la stretta e prova a sfilare la testa, puntando subito alla distanza di sicurezza. L’obiettivo non è “vincere” un corpo a corpo, ma interrompere la presa abbastanza a lungo da correre verso un luogo illuminato, affollato e chiedere aiuto. Se l’aggressore pretende oggetti, ricordati che la tua incolumità viene prima di tutto: consegnare i beni può essere la scelta più sicura.
La tecnica del “mataleón”, resa virale da video circolati in rete e documentata in varie città europee, sfrutta la compressione laterale del collo per limitare il flusso sanguigno verso il cervello; per questo può causare in pochi secondi capogiri o perdita di coscienza. È una manovra subdola perché arriva spesso dopo un approccio finto-amichevole, una richiesta di informazioni o una distrazione studiata.
Un episodio recente ripreso a Barcellona ha mostrato due assalitori che, dopo aver rivolto la parola a un turista, hanno provato la presa da dietro per immobilizzarlo e portargli via gli effetti personali. Le immagini hanno riacceso l’attenzione su una minaccia che prospera dove la gente è distratta: zone turistiche, locali notturni, fermate del trasporto pubblico, ingressi dei palazzi.
Come difendersi dal kill-it dei ladri in strada?
Oltre alle mosse base per liberarsi, la prevenzione resta l’arma più efficace. Alcuni accorgimenti pratici possono ridurre sensibilmente il rischio:
- evita di esibire oggetti costosi e di usare il telefono sporgendolo sul bordo strada, soprattutto vicino al passaggio di scooter o bici
- tieni la borsa a tracolla davanti al corpo e l’orologio coperto quando attraversi aree affollate o poco illuminate
- limita le cuffie ad alto volume: ascoltare l’ambiente è un alleato prezioso
- cammina lungo il lato interno del marciapiede, lontano dalla carreggiata, e mantieni una postura attenta
- se uno sconosciuto ti ferma con insistenza, mantieni la distanza, rifiuta contatti fisici e spostati verso altre persone
- organizza i rientri notturni in compagnia quando possibile, condividendo la posizione con un contatto fidato.

Nel malaugurato caso di un’aggressione, la priorità è spezzare il ciclo sorpresa-controllo-fuga dell’assalitore. La voce può essere un deterrente: gridare “Aiuto, chiamate la polizia” attira attenzione e mette pressione al ladro. Se cadi a terra, proteggi la testa e prova a rotolare verso uno spazio libero per rialzarti e correre. Dopo un tentativo di strangolamento, anche se ti senti bene, è consigliabile un controllo medico: vertigini, mal di testa o confusione possono comparire a distanza di minuti.
Denuncia sempre l’accaduto alle forze dell’ordine, indicando luogo, orario, direzione di fuga e qualsiasi dettaglio utile; segnalazioni ripetute aiutano a mappare le aree a rischio e a rafforzare i controlli. Molti municipi e associazioni sportive propongono corsi di consapevolezza situazionale e autodifesa di base, focalizzati su prevenzione, gestione dello stress e tecniche semplici per liberarsi da prese comuni e guadagnare la fuga. Frequentarli non significa cercare lo scontro, ma imparare a mantenere la calma e a muoversi in modo più sicuro.
La sicurezza personale nasce da un insieme di abitudini intelligenti: pianificare i percorsi, preparare in anticipo ciò che serve per non frugare nella borsa in mezzo alla strada, tenere separati documenti e contanti, salvare sul telefono i numeri di emergenza e dei taxi ufficiali. In città abituate a convivere con il turismo di massa e la movida, sono questi dettagli, insieme alla prontezza nel riconoscere un approccio ambiguo, a fare la differenza tra un incontro spiacevole e un’aggressione vera e propria.