Una semplice foto sui social media può trasformarsi in un invito ai ladri: ecco come evitare l’errore che mette a rischio la tua sicurezza.
È bastato un dettaglio: una cornice riflessa nel vetro, un numero civico sullo sfondo, l’orario ripetuto delle mie storie. Quella che pensavo fosse una foto innocua ha fornito una mappa a chi cercava un varco. Non serve essere famosi: nel feed di chiunque, routine, abitudini, indirizzo e oggetti di valore possono diventare coordinate per i ladri.

L’episodio che ha scosso la community brasiliana — la rapina subita dall’influencer Carlinhos Maia dopo giorni di osservazione sui social — è un promemoria concreto. La voglia di condividere, di raccontare la vita in tempo reale, spesso scavalca la privacy. E così la nostra casa, il condominio, perfino i turni del portiere finiscono in vetrina. C’è un errore ricorrente, facilissimo da commettere, che moltiplica il rischio. Capire dove si annida e come neutralizzarlo è il primo passo per riportare la sicurezza al centro del nostro quotidiano.
Esposizione digitale: perché una foto basta ai criminali
Le indagini su casi recenti, come quello dell’influencer brasiliano, mostrano lo stesso schema: osservazione sistematica dei social media, raccolta di indizi su routine, assenze, beni di lusso, e infine l’ingresso in casa nel momento più favorevole. La pubblicazione di indirizzi, tag di geolocalizzazione, facciate di condominio o targhe d’auto offre ai ladri un vantaggio decisivo. In queste righe analizziamo l’errore più comune — condividere troppo e subito — e proponiamo contromisure concrete: settaggi di privacy, scelte editoriali più sobrie e strumenti di sicurezza domestica come telecamere e allarmi.

Nel caso citato, uno dei presunti autori ha ammesso di aver studiato post e storie per identificare orari, oggetti desiderati e varchi nei controlli; le telecamere di sicurezza del corridoio, spente, hanno lasciato alla polizia solo pochi fotogrammi dal garage e dalla strada. Non è un’anomalia: anche in Italia i social possono rivelare il nome sul citofono, il numero civico, il tragitto scolastico dei figli, la presenza di orologi o gioielli. In condominio, l’esposizione digitale di uno ricade su tutti: portieri, vicini, fornitori. Ridurre l’impronta informativa significa ridurre la superficie d’attacco.
Limita la condivisione. Pubblica con ritardo, elimina il geotag, evita di mostrare indirizzi, facciate, routine di lavoro e orari di assenza. Restringi l’audience. Imposta liste su Instagram e Facebook, rendi privati i profili dei minori, rivedi autorizzazioni app e metti al sicuro i metadati delle foto. Rafforza gli accessi. In condominio, non condividere password, codici o chiavi via chat; verifica con il portiere e non far entrare estranei senza conferma.
Tecnologia che aiuta. Mantieni attive telecamere e allarmi, usa registrazione su cloud, illumina ingressi e balconi, valuta un’assicurazione casa per i beni di valore. Igiene digitale. Diffida dei profili nuovi, blocca i sospetti, controlla regolarmente chi visualizza le storie e monitora menzioni o tag con strumenti di alert.