Gli adolescenti si trovano a vivere una nuova dipendenza molto pericolosa e di cui non possono fare a meno.
Non si tratta di una moda passeggera o di un semplice capriccio. La nuova dipendenza che sta emergendo tra gli adolescenti è una realtà complessa e trasversale, che coinvolge diversi strati sociali e istituti scolastici di ogni grado.

ducatori, pediatri e famiglie assistono a questo fenomeno in crescita, spesso incapaci di identificarlo fino a quando non diventa palesemente problematico. Gli adolescenti stessi ammettono di non poterne fare a meno, segno di una dipendenza che si è insinuata nella loro quotidianità come una soluzione apparentemente semplice a problemi ben più complessi.
La diffusione di questa dipendenza è stata progressiva, quasi normalizzata, in un contesto di generale fragilità accentuata dalla pandemia. Le restrizioni, l’isolamento sociale, la didattica a distanza e la frammentazione dei ritmi quotidiani hanno lasciato segni emotivi profondi e difficili da gestire. In questo scenario, la ricerca di soluzioni immediate ha prevalso, con l’istruzione che si confronta con classi sempre più difficili da gestire e con un aumento dei casi di ansia da prestazione e difficoltà di concentrazione.
Il linguaggio che circonda questa dipendenza parla di “aiuto”, “sblocco” e “funzionalità”, suggerendo un bisogno di supporto per gestire l’umore, l’ansia e l’irrequietezza. Tuttavia, ciò che manca è spesso una rete di supporto efficace, con servizi accessibili e non stigmatizzanti, capaci di intercettare il disagio in modo appropriato.
Psicofarmaci: cosa dicono i dati e perché preoccupano
L’ultimo Rapporto OsMed dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) evidenzia un aumento delle prescrizioni di psicofarmaci tra i minori, con un incremento nell’uso di antidepressivi, antipsicotici e farmaci per il trattamento dell’ADHD. Questo trend solleva preoccupazioni e richiama alla necessità di un approccio prudente e appropriato alla prescrizione in età pediatrica, sottolineando l’importanza di un monitoraggio attento e di un inquadramento multidisciplinare.

Le differenze territoriali e tra generi nel consumo di psicofarmaci riflettono disparità nell’accesso ai servizi e nelle pratiche cliniche. L’AIFA mette in guardia contro l’uso improprio e l’autogestione dei farmaci, sottolineando i rischi di effetti avversi e interazioni pericolose. Inoltre, il contesto post-pandemico ha accentuato problemi come ansia e disturbi del sonno, spingendo verso una medicalizzazione del disagio che rischia di diventare l’unica risposta percepita.
La risposta a questa crescente dipendenza richiede un approccio che vada oltre l’emergenza, con un rafforzamento dei servizi di ascolto nelle scuole e dei servizi territoriali di salute mentale. L’obiettivo è offrire alternative valide e supportare i giovani e le loro famiglie attraverso percorsi di cura integrati e relazioni competenti. L’AIFA si impegna a continuare il monitoraggio e l’aggiornamento delle indicazioni, ma è chiaro che il benessere psichico degli adolescenti richiede un impegno collettivo per offrire soluzioni sostenibili e a lungo termine.





