La Ruota della Fortuna, le selezioni per diventare concorrente: ecco cosa ti chiedono prima

Vuoi partecipare a La Ruota della Fortuna come concorrente? Ti spieghiamo cosa ti chiedono e come affrontare le selezioni per diventare protagonista della trasmissione.

Sono ufficialmente partite le selezioni per “La Ruota della Fortuna” e, prima ancora di varcare lo studio, ti viene richiesto qualcosa di molto preciso: un dettaglio che potrebbe essere il primo vero spartiacque tra chi entra e chi resta fuori. Curiosi? Trattenete il fiato…

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La Ruota della Fortuna, le selezioni per diventare concorrente: ecco cosa ti chiedono prima (Youtube Mediaset Infinity) Uspms.it

Pensavate bastasse un colpo di fortuna? Macché: qui si gioca d’anticipo. Le selezioni per la nuova edizione 2025-2026 sono in corsa e c’è un passaggio iniziale che starebbe facendo discutere gli aspiranti concorrenti. Un indizio? È richiesto prima di tutto il resto. E no, non parliamo solo di simpatia. Volete scoprire qual è il famoso “particolare”? Calma, ci arriviamo.

Partiamo dai fatti nudi e crudi: ENDEMOL SHINE ITALY S.p.A. sta selezionando i concorrenti del Programma, realizzato per R.T.I. S.p.A. e destinato ai canali e alle piattaforme del gruppo. Quindi sì, è tutto ufficiale e regolamentato. Ma, come in ogni buon casting tv, c’è un mix di regole ferree, criteri di valutazione e un pizzico di scena. E qui il gioco si fa interessante.

Prima regola del club: solo maggiorenni. Se hai meno di 18 anni, ci si rivede più avanti. E poi arrivano le esclusioni: niente partecipazione per dipendenti di Mediaset, Endemol Shine Italy o Gruppo Banijay, né per i parenti fino al terzo grado o i coniugi. Stop anche a chi ha collaborato alla realizzazione del gioco o del programma, a chi è già stato in precedenti edizioni o ha partecipato, negli ultimi 12 mesi, ad altri giochi televisivi realizzati da o per R.T.I.. E, ovviamente, fuori chi ha precedenti penali o carichi pendenti. Regole chiare, no? Eppure, il bello arriva dopo.

La Ruota della Fortuna, ecco cosa ti chiedono

Se vuoi entrare nel radar de “La Ruota della Fortuna”, la porta d’accesso è una: il form sul portale ufficiale. Qui compili la candidatura e segui le istruzioni. Prima di tutto, ti verrà chiesto di prendere visione dell’informativa privacy e della liberatoria per partecipare al casting. Fin qui, routine. Ma ecco il punto che fa parlare: insieme ai tuoi dati, devi caricare n. 2 fotografie — una di primo piano e una a figura intera — in formato jpg, ciascuna con peso non superiore a 6 MB. Ecco “il dettaglio” di cui si mormora: prima ancora dell’audizione, la produzione vuole vederti davvero, da vicino e per intero. Segnale forte, no?

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La Ruota della Fortuna, ecco cosa ti chiedono (Youtube Mediaset Infinity) Uspms.it

Cosa serve, in concreto, per inviare la candidatura? Un indirizzo e-mail valido, un numero di telefono, il codice fiscale, due foto: primo piano e figura intera (formato jpg, max 6 MB), e una breve descrizione di te, con la possibilità di indicare se sei interessato ad altri casting e se hai già partecipato ad altri programmi televisivi.

Una volta inviata la candidatura, la redazione ti contatterà per le verifiche sui requisiti. L’audizione si svolge davanti a una commissione di professionisti dell’intrattenimento. Per esigenze del candidato o della produzione, potrebbe anche avvenire in videoconferenza. E non finisce qui: se risultassi “promettente”, potrebbe arrivarti la chiamata per un ulteriore provino di approfondimento, con gli stessi criteri di valutazione.

Torniamo al cuore del “mistero”: perché queste due foto sarebbero così importanti? Perché parlano di te prima della tua voce. Qui entrano in gioco la telegenia, il modo in cui “funzioni” in video, e quel colpo d’occhio che può accendere una lampadina in chi seleziona. Coincidenza o segnale evidente su cosa pesa davvero? E voi che ne pensate: una foto può decidere tutto?

E ricordiamolo: i criteri sono dichiarati e oggettivi. Capacità comunicativa, telegenia (intesa come capacità di suscitare interesse, non mera estetica), e vissuto personale. Tradotto: se hai una storia, se sai parlarne, e se la camera “ti ascolta”, hai già messo un piede nello studio. Il resto lo farà la ruota. O forse no?

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