La tecnica del citofono rotto: così i ladri mappano tutto il condominio in 5 minuti

Allarme sicurezza urbana: la tecnica del citofono rotto permette ai ladri di mappare un condominio in pochi minuti.

Nell’ecosistema urbano, dove la soglia di casa coincide sempre più con un confine digitale, una tattica tanto semplice quanto insidiosa sta guadagnando terreno: la cosiddetta tecnica del citofono rotto. Non parliamo di effrazioni plateali, ma di inganno e osservazione applicati al portone di ogni giorno. Il copione è disarmante: un estraneo si presenta, suona, evoca un citofono che “non funziona” e, nell’arco di pochi scambi, capta abitudini, orari, disponibilità.

citofono sullo sfondo e ladro in primo piano
La tecnica del citofono rotto: così i ladri mappano tutto il condominio in 5 minuti – uspms.it

È la dimensione silenziosa della vulnerabilità domestica, quella in cui la parola detta d’istinto vale più di una serratura. In molte città italiane i condomini raccontano episodi simili, spesso archiviati come fastidi minori. Eppure la logica è raffinata: non servono strumenti, basta una storia credibile e la predisposizione sociale a dare una mano. Il risultato? Un quadro preliminare delle presenze e delle assenze, utile a chiunque voglia trasformare l’accesso al palazzo in opportunità. Capire come funziona, riconoscerne i segnali e sapere cosa fare può fare la differenza.

Come funziona davvero e perché è pericolosa

Nel gergo delle cronache, la tecnica del citofono rotto è un metodo di pre-ricognizione: chi la adotta si posiziona al portone, preme più campanelli, afferma che il proprio citofono è guasto e induce una conversazione. In pochi minuti ottiene due informazioni cruciali: chi risponde e chi no.

Incrociando tono, tempi e contenuti delle risposte, i ladri stimano quali appartamenti siano occupati, quali presumibilmente vuoti, quali piani mostrino maggiore movimento. Non c’è intrusione fisica, ma un abile sfruttamento della comunicazione per mappare la vita del condominio.

La pericolosità risiede nella capacità di produrre un vero e proprio censimento delle presenze. Un portone con molti anziani soli, un piano con studenti che rientrano tardi, un’ala spesso silenziosa all’ora di pranzo: dettagli che, sommati, accrescono il rischio di furto mirato. La messinscena del citofono “rotto” sfrutta la cortesia naturale di chi abita, oltre alla difficoltà di verificare al volo l’identità di chi suona.

ladri che irrompono in casa
Come funziona davvero e perché è pericolosa- uspms.it

In contesti condominiali privi di portineria o di sistemi di sicurezza aggiornati, questa fragilità si amplifica. Non servono complici all’interno, non servono arnesi: bastano tempi rapidi, domande vaghe e una buona memoria.

Che cosa può fare, allora, chi abita in condominio? Prima regola: non fornire mai dettagli personali o di orario a chi utilizza pretesti; una frase neutra chiude la conversazione senza offrire appigli. Seconda regola: se qualcuno sostiene che il “proprio citofono è rotto”, diffidare e non proseguire: ognuno sa dove vive e chi sono i vicini. Terza regola: coordinarsi tra inquilini, mantenere una chat o un registro degli episodi e, se la pressione si ripete, avvisare le forze dell’ordine.

Utile anche verificare l’elenco dei campanelli, evitare nomi completi, installare videocitofoni e aggiornare l’illuminazione: piccole precauzioni che aumentano la deterrenza. E soprattutto, fidarsi dei dubbi e segnalare.

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