Fra le tecniche usate dai ladri per compiere i propri furti c’è quella del testimone: ecco in cosa consiste e perché sta preoccupando la polizia.
Sta circolando un trucco tanto semplice quanto subdolo usato dai ladri per commettere i propri furti in casa. Viene chiamata “tecnica dei testimoni” ed è davvero furba, per questo efficace per loro per commettere tanti colpi. È una tecnica sopraffina che bisognerebbe conoscere.

Infatti le forze dell’ordine hanno lanciato l’allarme: riconoscere questi “testimoni” in tempo può evitarti furti, danni, pratiche assicurative e parecchie notti insonni. Ecco in cosa consiste questa tecnica.
In cosa consiste la tecnica dei testimoni per i ladri
Non è paranoia: è prevenzione. Se pensi che per scegliere un bersaglio i ladri usino solo forza bruta, ripensaci. Oggi puntano su astuzie quasi impercettibili e, sì, passano anche dalla tua porta. Hai mai notato un pezzetto di plastica o un filo sottilissimo incastrato tra anta e telaio? Potrebbe non essere sporcizia.

Potrebbe essere un messaggio lasciato a chi è pronto a entrare quando non ci sei. Andiamo dritti al punto. Le forze dell’ordine europee hanno segnalato la cosiddetta “tecnica del testimone”: si tratta di micro-indicatori – fili di colla, cartoncini minuscoli, pezzetti di plastica – infilati tra cornice e porta di casa. Se il “testimone” cade, qualcuno ha aperto; se resta lì per giorni, la casa appare “ferma”, quindi potenzialmente vuota.
L’obiettivo dei ladri è semplice: monitorare senza farsi notare. Zero rumore, zero sospetti, massima precisione nel capire quando colpire. Come si presenta nella vita reale? Di solito non è scenografico. È qualcosa che potresti scambiare per un residuo di imballaggio, una “ragnatela” di colla quasi invisibile, un frammento sottile e trasparente incastrato nello stipite, spesso all’altezza della serratura o poco sopra. Capita più spesso in periodi di partenze e ponti, quando i pianerottoli si svuotano e le case apparentemente vuote fanno gola.
Gli esperti di sicurezza spiegano che non è l’unica astuzia: talvolta il “testimone” arriva insieme a suonate di campanello a orari strani per “sentire” se dentro c’è qualcuno. E in strada circolano altre scuse collaudate: il falso tecnico che chiede di entrare, la finta emergenza per distrarti, il venditore insistente o il sondaggio porta a porta per farsi aprire. In comune hanno una cosa: sfruttano la disattenzione.
Perché serve muoversi subito? Perché l’inerzia è un invito. Un testimone che resta intatto per giorni suggerisce a chi osserva che l’ingresso non viene aperto; un colpo organizzato su misura può causare danni alla serratura e alla porta, costi di riparazione, perdita di beni e – non da poco – stress e senso di vulnerabilità. In alcune polizze casa, poi, la presenza di serrature obsolete o misure di sicurezza insufficienti può complicare i rimborsi. E c’è un tema spesso ignorato: il tempo. Più tardi segnali, più a lungo la tua abitazione resta nel loro radar.
Se vedi qualcosa che non torna, la prima regola è quella che ribadiscono le forze dell’ordine: non toccare nulla e chiama: in Italia e in gran parte d’Europa componi il 112. Spiega con calma cosa hai notato, indica indirizzo e dettagli, e – se puoi farlo senza rischi – scatta una foto per documentare. Perché non rimuoverlo da soli? Perché è utile agli accertamenti e perché segnalare subito attiva pattugliamenti di zona e dissuasione. Dopo la verifica, potrai pulire la zona e tenere d’occhio l’ingresso nei giorni successivi.
La prevenzione, però, inizia prima della porta. Gli esperti di sicurezza domestica suggeriscono di aggiornare la dotazione minima: una serratura moderna a cilindro europeo con protezione anti-bumping e un defender esterno robusto sono investimenti che alzano l’asticella. Aggiungi uno spioncino digitale o un videocitofono: ti permettono di vedere chi c’è e registrare movimenti sospetti, anche quando sei fuori. L’illuminazione crepuscolare nell’androne o sul pianerottolo e una telecamera con notifica su smartphone fungono da deterrente extra.

Non sottovalutare la strategia più antica del mondo: la simulazione di presenza. Timer per le luci, una radio che si accende in fasce serali, un vicino che ritira posta e volantini quando non ci sei, magari una tenda leggermente inclinata per dare l’idea di movimento. E occhio ai social: evitare di annunciare in tempo reale vacanze e assenze prolungate riduce la superficie d’attacco. Se bussa qualcuno presentandosi come tecnico, venditore o sondaggista, chiedi il tesserino, verifica chiamando il numero ufficiale dell’ente (non quello che ti danno loro) e non far entrare sconosciuti se sei da solo. Una semplice catena di sicurezza o un blocco aggiuntivo alla porta ti dà quei secondi preziosi per valutare senza rischi.
Infine, gioca di squadra. Il vicinato attivo funziona: un gruppo WhatsApp di condominio, l’abitudine a segnalare movimenti sospetti, l’attenzione condivisa a portoni che restano spalancati o a maniglie “provate” da estranei migliorano la sicurezza di tutti. E non dimenticare l’ABC burocratico: una polizza casa calibrata sul tuo immobile e la verifica periodica di serrature e infissi sono il paracadute che speri di non usare, ma che fa dormire meglio.