Quattro diritti ignorati possono far arrivare a guadagnare fino a mille euro sui lavori a chiamata. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere.
L’impennata dei contratti intermittenti, o “a chiamata”, ha messo in evidenza un aspetto cruciale del mondo del lavoro che riguarda migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Molte persone non sono pienamente consapevoli delle tutele previste dalla legge e dai contratti collettivi. Questa mancanza di informazione può portare a rinunciare a somme significative che, sommate, possono incidere notevolmente sul bilancio annuale.
Operatori del settore e fonti sindacali sottolineano l’esistenza di quattro diritti spesso trascurati che, se rivendicati adeguatamente, possono incrementare il reddito annuo lordo di circa 1.000 euro.
Lavoro a chiamata, i quattro diritti da conoscere subito
Per massimizzare le proprie entrate, è consigliabile seguire alcuni passaggi pratici: recuperare il proprio contratto per verificare la clausola di disponibilità e il CCNL applicato, confrontare le buste paga degli ultimi 12 mesi alla ricerca di eventuali discrepanze, verificare l’estratto contributivo INPS per individuare omissioni o incongruenze, e comunicare formalmente al datore di lavoro eventuali discrepanze entro i termini previsti. In caso di dubbi o difficoltà, è utile rivolgersi a un sindacato, a un patronato o a un consulente del lavoro. L’azione tempestiva e informata può fare la differenza, trasformando diritti teorici in benefici economici concreti.

Ecco cosa è importante fare:
Indennità di disponibilità rappresenta un diritto fondamentale per chi è soggetto a contratti a chiamata. Questa indennità compensa i periodi in cui il lavoratore rimane reperibile per il datore di lavoro, anche senza essere effettivamente convocato. È essenziale verificare la presenza e il corretto calcolo di questa indennità nelle buste paga, poiché rappresenta una quota importante del compenso.
La retribuzione proporzionale e le mensilità aggiuntive sono diritti che assicurano ai lavoratori a chiamata le stesse tutele economiche dei colleghi a tempo pieno, proporzionate alle ore lavorate. Questo include la paga oraria, le maggiorazioni per lavoro straordinario, festivo o notturno, e il diritto a ferie, tredicesima e, dove previsto, quattordicesima, oltre al TFR. È cruciale controllare che queste voci siano correttamente riportate in busta paga.
Per quanto riguarda i contributi previdenziali, è importante che i lavoratori a chiamata verifichino l’effettivo versamento dei contributi per le giornate lavorate. In alcuni casi, è possibile ottenere il riconoscimento di contributi figurativi, che sono fondamentali per la tutela dell’anzianità contributiva e per evitare lacune che potrebbero avere ripercussioni negative sul calcolo della pensione.
La comunicazione preventiva e il controllo del contratto sono azioni indispensabili per garantire il rispetto dei diritti. Rispondere tempestivamente alle chiamate, segnalare eventuali indisponibilità e contestare anomalie in busta paga sono passaggi chiave per l’attivazione dei diritti contrattuali. È altresì importante assicurarsi che il contratto individuale sia conforme al CCNL di riferimento.





