Questa truffa parte da uno scontrino: ecco come fanno a truffarti, cosa sapere e come proteggerti.
Ogni giorno facciamo tante operazioni, online e offline, che possono farci diventare vittima facilmente di truffatori, in modo del tutto inconsapevole. Ecco perché dobbiamo sempre pensare e riflettere prima di fare qualsiasi cosa, non solo per esempio quando leggiamo una mail o un SMS sospetto ma anche nell’ambito della nostra vita quotidiana.
Molti truffatori infatti osservano ciò che facciamo aspettando il momento giusto per agire. Se lasciamo andare questo scontrino (cosa che facciamo spesso perché non ci va di accumulare cartacce nel portafoglio), ecco che loro ne approfitteranno per derubarci. La cosa peggiore? È che non riusciamo a capire cosa abbiamo sbagliato. Ecco perché tutti dovrebbero conoscere questa truffa che parte proprio da uno scontrino a cui non prestiamo molta attenzione.
Basta un gesto automatico, fatto per abitudine: prelevare, consultare il saldo, ritirare i contanti e andarsene lasciando lo scontrino nel vassoio dell’ATM o, peggio, sul cestino a lato. La cosiddetta truffa degli scontrini bancomat sta circolando anche in Italia e sfrutta un punto debole che molti sottovalutano: i dati parziali e i dettagli operativi stampati su quel foglietto.ì
Lo scontrino riporta di norma data e ora dell’operazione, importo prelevato o versato, saldo residuo o disponibilità, ID dello sportello, ultime cifre della carta e talvolta il nome della banca o della filiale. Presi singolarmente, questi elementi non aprono da soli la porta del conto. Il problema nasce quando finiscono nelle mani sbagliate: se un malintenzionato riesce ad associarli a un numero di telefono, a un indirizzo email o ad altri frammenti di identità, può costruire un profilo credibile della vittima e tentare attacchi mirati.
Gli schemi più comuni partono dall’osservazione. I truffatori stazionano nei pressi degli ATM o controllano i cestini dove gli scontrini vengono buttati alla rinfusa. Individuato uno scontrino, raccolgono i dettagli essenziali: importo, ora, sportello utilizzato, ultime cifre della carta. Il passo successivo è una chiamata alla vittima, spacciandosi per operatori della banca o del circuito di pagamento: “Buongiorno, la contattiamo perché riscontriamo un’operazione sospetta alle ore 10:43 presso lo sportello di via… conferma?”.
Citando dati reali, la chiamata appare subito plausibile. Da lì si passa alla richiesta di codici OTP, credenziali dell’app, PIN o autorizzazioni “per bloccare l’accesso”. In alcuni casi, ai truffatori basta far installare un’app di controllo remoto o farsi dettare una sequenza inviata via SMS. Ma attenzione: le bianche non chiedono mai codici temporanei, PIN o password al telefono, e neppure fanno pressione psicologica. Per difenderti:
Se ricevi una telefonata sospetta con riferimenti a una tua operazione recente, non confermare alcun dato, non cliccare link e non fornire codici. Chiudi la chiamata, apri l’app della banca o il sito ufficiale digitando l’indirizzo manualmente e verifica i movimenti. In caso di anomalie, contatta subito l’assistenza utilizzando i canali ufficiali e richiedi il blocco della carta. Valuta la denuncia alle forze dell’ordine fornendo numero chiamante, orario, contenuto e, se presente, lo scontrino recuperato dal truffatore o le sue foto.
Se hai condiviso credenziali, cambia immediatamente password, revoca dispositivi associati all’app e disattiva operazioni da remoto finché la banca non conferma la messa in sicurezza.
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