Dalla psicologia alla pratica: trucchi di marketing e considerazioni da fare in cucina che cambiano quanto mangi.
Entrate in un ristorante dalle pareti rosso lacca, lampade ambrate, tovaglioli color arancione bruciato. Il brusio, l’odore di pane caldo, i piatti che sfrecciano tra i tavoli: senza accorgervene, lo stomaco fa un passo avanti. Non è solo atmosfera. È il linguaggio invisibile dei colori che parla al cervello e accende l’appetito prima ancora di leggere il menu.
Psicologi dell’alimentazione e designer lo sanno da anni: alcune tonalità, più di altre, modulano impulsi, tempo di permanenza, percezione delle porzioni. Ma perché proprio queste? E come fanno bar e catene a trasformare una sfumatura in un ordine in più? La risposta passa dalla fisiologia, dalla psicologia dei segnali caldi e da decenni di marketing applicato al cibo. Nel frattempo, guardatevi attorno: dalla segnaletica alla grafica del piatto del giorno, dalle insegne alle divise di sala, certi accenti tornano con insistenza. Non è un vezzo estetico, e non riguarda solo i locali: anche in casa, tra sala da pranzo e cucina, le scelte cromatiche possono sabotare o sostenere le nostre intenzioni.
Le tonalità calde stimolano sistemi di allerta e ricompensa: il rosso è associato a energia, urgenza, sangue, mentre l’arancione combina calore e vivacità. A livello percettivo aumentano la salivazione, accelerano leggermente il battito e rendono il cibo più “vicino”. Il cervello interpreta questi colori come segnali di maturazione e dolcezza nei frutti, o di cottura nelle carni, facilitando l’anticipazione del gusto. La psicologia ambientale mostra che in ambienti rosso e arancione si ordina più in fretta, si resta di meno tra una portata e l’altra e si percepiscono le porzioni come più invitanti: un mix che, nel complesso, spinge appetito e consumi.
Non stupisce allora che il marketing alimentare sfrutti questa leva ovunque: loghi in rosso e arancione nelle catene di fast food, cartellini promozionali vermiglio nei supermercati, banner delle app delivery che evidenziano offerte con gradienti caldi. Accenti rosso sulle foto dei burger rendono il pane più dorato e la carne più succosa, mentre i vassoi arancione aumentano la visibilità dei prodotti. Anche il ristorante di fascia alta dosa i colori: rivestimenti profondi per il colpo d’occhio, luci calde sulla tavola, sfumature neutre dove serve rallentare. Tutto parla la stessa lingua: rendere la scelta facile, rapida, “golosa”.
A casa, potete usare i colori a vostro vantaggio. In cucina e sala, tocchi rosso e arancione (tovagliette, candele, poster) sono perfetti per cene, quando volete spingere appetito e condividere portate. Se invece puntate a controllare la fame, scegliete azzurri e verdi, piatti chiari e luce fredda; riservate i caldi ai dettagli. Anche nel frigo: contenitori neutri riducono gli snack fuori pasto.
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