Ora Sinner ci crede, così può tornare numero uno al mondo nel 2025

Jannik Sinner ora ci crede davvero, può tornare il numero uno al mondo alla fine di quest’anno. Andiamo a scoprire perché c’è tutto questo ottimismo.

La scena, quest’anno, è cambiata di mano. Jannik Sinner ha perso il posto di numero uno al mondo nella classifica ATP a favore di Carlos Alcaraz, l’avversario con cui ha condiviso parecchi incroci pesanti e più di una finale finita storta.

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Ora Sinner ci crede, così può tornare numero uno al mondo nel 2025 (ANSA) Uspms.it

Non è un dramma, è il tennis: equilibri sottili, strappi, rientri. Ma proprio in queste settimane il pendolo torna a muoversi. C’è un varco inatteso, una possibilità concreta per ribaltare la classifica. Esiste, è già qui, ma serve lucidità prima ancora che entusiasmo.

Il contesto aiuta a capirne la portata. Siamo nel pieno della fase decisiva del 2025: lo swing asiatico e il blocco indoor d’autunno, quei tornei che non fanno rumore come gli Slam ma che pesano tantissimo sui punti. Tra margini sottili e difese da onorare, basta un dettaglio per cambiare il quadro. E quel dettaglio, stavolta, ha un nome preciso.

La vittoria di Pechino riapre la strada a Jannik Sinner

Il punto di svolta per rivedere il primo posto per Jannik Sinner è la vittoria a Pechino. Non solo per il titolo in sé, ma per come è arrivato: gestione pulita dei turni di servizio, percentuali alte nelle prime palle, la solita compostezza nei momenti che contano. In una parola: controllo. È il tipo di successo che ti rimette al centro del tavolo e, soprattutto, ti consegna un bottino di punti che sposta l’ago.

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La vittoria di Pechino riapre la strada a Jannik Sinner (ANSA) Uspms.it

Qui entra in gioco l’altro tassello: il forfait di Carlos Alcaraz a Shanghai. Un’assenza che non è mai una buona notizia per lo sport, ma che pesa sulla classifica. Con il Masters 1000 cinese fuori dall’agenda dello spagnolo, lo scenario si semplifica: il campo è sgombro per una presa di posizione chiara. Se Sinner dovesse vincere i prossimi due tornei in calendario, la combinazione di punti — tra l’ATP 1000 di Shanghai e il 500 immediatamente successivo — lo riporterebbe virtualmente in cima, già nel 2025. In altre parole: il sorpasso non è più un esercizio teorico, è una traiettoria praticabile.

Vale la pena fermarsi un attimo su quanto successo in Cina. Pechino, storicamente, premia chi spinge ma sa anche costruire: Jannik ha ritrovato quel mix. E il segnale è doppio: condizione fisica brillante e fiducia che risale. Dall’altra parte, la decisione di Alcaraz di rinunciare a Shanghai toglie dal tavolo un potenziale accumulo di punti per il suo diretto rivale. Significa che, in questa finestra, ogni vittoria di Sinner pesa due volte: nella sua colonna e, indirettamente, nella colonna dell’altro.

Da qui in avanti la questione è aritmetica e mentale. Sul piano dei numeri, la traccia è chiara: “due su due” nei prossimi impegni chiave, con Shanghai come perno e il successivo ATP 500 a fare da moltiplicatore, varrebbero il sorpasso nella live ranking e, con esso, il rientro da numero uno nel 2025. È una finestra stretta, ma limpida. Sul piano competitivo, invece, contano i dettagli: continuità al servizio, gestione dei rientri avversari, attenzione nei giochi di transizione. E soprattutto la capacità di trasformare le finali in titoli: è lì che si fa la differenza.

Non c’è alcuna promessa implicita: il circuito, in questa fase, è affollato e cattivo. Ma la direzione è chiara. La vittoria a Pechino ha rimesso Sinner al centro del discorso, il forfait di Alcaraz a Shanghai ha aperto lo spiraglio, il resto lo diranno i prossimi giorni. In un ranking dove pochi punti cambiano storia e gerarchie, bastano due settimane perfette per riscrivere la lavagna. E oggi, più che mai, Jannik ha in mano la penna.

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