Vuoi trasformare la tua “pensione minima 2026” in qualcosa di più sostanzioso? C’è una mossa legale, poco conosciuta, che può aumentare l’assegno di oltre 30 € al mese in più. Ecco come fare.
Se aspetti che sia la manovra a riempirti il portafoglio, resterai deluso. L’aumento “automatico” previsto per il 2026, da solo, non cambia la vita. Il problema? La pensione minima cresce di circa 20 euro al mese, ma il carovita corre più veloce. E se sei nel gruppo dei “contributivi puri”, rischi di non vedere nemmeno quel minimo garantito.

Quante volte ti sei chiesto: possibile che non ci sia un modo concreto per aggiungere qualcosa in più, senza trucchi sporchi e senza perdere tempo? Bè, in effetti esiste un metodo legale, posso conosciuto, che può aumentare la pensione di oltre 30 € al mese, sfruttando tempi giusti e contributi “dimenticati”. Ecco di che si tratta.
Come aumentare la pensione minima 2026 di oltre 30 € al mese
L’assegno sociale nel 2026 viaggerà intorno ai 635 euro mensili, con paletti di età e reddito. L’incremento di circa 20 euro toccherà soprattutto chi è nel sistema di calcolo misto (cioè con contributi versati anche prima del 1996). Chi invece è “tutto contributivo” (solo dopo il 1995) non beneficia del minimo garantito: l’assegno si basa esclusivamente su quanto è stato versato. È proprio qui che tanti inciampano.

Guardi l’estratto conto e scopri dei buchi, periodi non coperti, anni in cui non risultano versamenti. Poi arriva la pensione e… quello che manca pesa, per sempre. Il “trucco” è tutto meno che magico: è l’uso intelligente di strumenti previsti dalla legge. I riscatti permettono di coprire periodi scoperti (ad esempio alcuni periodi di studio universitario se hai conseguito il titolo, o altri periodi previsti dalla normativa) pagando un onere calcolato sulla retribuzione media.
La contribuzione volontaria, previa autorizzazione INPS, ti consente di versare per colmare buchi assicurativi. In entrambi i casi, l’obiettivo è lo stesso: aumentare l’anzianità contributiva e, nei sistemi dove conta, anche il montante su cui si calcola la pensione. Risultato pratico? Un assegno più alto. E sì, con periodi significativi e un calcolo favorevole, l’aumento può superare i 30 € al mese. La chicca operativa: il costo può essere dilazionato fino a 120 rate senza interessi, un’agevolazione reale che rende la mossa praticabile senza scorticare il budget.
Perché funzionerà di più se lo fai adesso? Perché per contare nel 2026 i periodi devono essere pagati e accreditati entro la fine dell’anno o, al massimo, all’inizio del 2026. In pratica: muoviti oggi, così i numeri saranno nel sistema quando serviranno. E non sottovalutare i tempi tecnici: dall’istanza alla prima rata, fino all’accredito, l’orologio corre.
E qui una precisazione che spesso sfugge. Se sei nel sistema misto (con contributi ante 1996), potresti beneficiare sia del ritocco “di legge” sia dell’effetto dei periodi aggiunti. Se sei contributivo puro, non hai il minimo garantito, ma proprio per questo ogni euro versato vale oro, perché va dritto a gonfiare il tuo montante: è il tuo unico modo per spingere davvero l’assegno.
Ora, come si risolve in concreto? Si parte dalla posizione contributiva INPS. Controlla l’estratto conto e verifica ogni buco: date, datori, periodi mancanti. Valuta quali periodi sono riscattabili in base alla normativa vigente e quali puoi coprire con contribuzione volontaria (serve l’autorizzazione INPS). Se non sai da dove cominciare, i canali ufficiali INPS, i Patronati e i consulenti del lavoro sono la rotta più sicura: ti aiutano a simulare l’incremento atteso dell’assegno rispetto al costo. In parallelo, utilizza i simulatori pubblici (come quelli INPS) per vedere l’impatto di mese in mese.
Il principio è semplice: il gioco vale la candela se il “rendimento pensionistico” del riscatto supera il costo, soprattutto in ottica vita residua e reversibilità. Non illudiamoci: non esiste una formula universale. Ci sono casi in cui il riscatto è un affare e altri in cui conviene solo parzialmente o per centrare un requisito. E l’orizzonte temporale conta. Ma i numeri parlano chiaro: se agisci per tempo e ti fai i conti, l’aumento oltre i 30 € al mese è assolutamente alla portata di molti profili, ben oltre il timidissimo +20 € che arriva “per tutti”.





