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Perché dovresti spegnere il fornello prima che il piatto sia pronto? Ti rivelo il trucco dei grandi chef

Fra i segreti degli chef quando cucinano c’è uno davvero furbo: spegnere il fornello prima che il piatto sia pronto. Ecco perché funziona.

Gli chef hanno tanti trucchi che consentono loro la buona riuscita dei piatti che stanno cucinando. Chi non è cuoco chiaramente fa quel che può però dovrebbe seguire questo consiglio, vale a dire spegnere il fornello prima che il piatto sembri pronto.

Perché dovresti spegnere il fornello prima che il piatto sia pronto? Ti rivelo il trucco dei grandi chef – uspms.it

Questa mossa molto furba viene usata dai grandi chef per diversi motivi. Ecco perché conviene scoprire come funziona e i suoi benefici. Da oggi anche in casa è possibile replicare la cucina stellata dei grandi ristoranti con questo consiglio.

Perché si dovrebbe spegnere il fornello prima che il piatto sia pronto?

Siamo sinceri: in cucina cuociamo troppo. Tenere la fiamma accesa fino all’ultimo secondo ci illude di avere il controllo, ma spesso finiamo per seccare un filetto di pesce, asciugare un risotto o trasformare le uova in gomma.

Perché si dovrebbe spegnere il fornello prima che il piatto sia pronto? – uspms.it

Quante volte ti è capitato di dire “ancora un minuto” e poi pentirtene? E se il segreto fosse esattamente l’opposto: capire quando smettere prima che sembri pronto? Il problema è chiaro a chiunque cucini ogni giorno: attendiamo “la cottura perfetta” con il fuoco acceso, convinti sia l’unico modo per arrivarci. In realtà, il calore continua a lavorare anche a fuoco spento.

Il risultato? Cibo sovracotto, texture rovinate, energia sprecata e un sapore meno definito. Gli chef lo sanno bene e si sono organizzati di conseguenza: spegnere prima è una tecnica, non un azzardo. Non è magia, è scienza culinaria base che trovi spiegata ovunque, da Harold McGee a J. Kenji López-Alt: si chiama carryover cooking, la cottura che continua per calore residuo.

Se non prendi in mano questa abitudine oggi, preparati a pagarla in fretta: pesci stoppacciosi e senza succo, uova asciutte, risotti slegati; oltre al costo invisibile della bolletta che sale e del tempo sprecato a “salvare” l’irreversibile. E c’è anche un tema di salute: cuocere troppo e a temperature eccessive può comprometterne il profilo nutrizionale, soprattutto per alimenti delicati come il pesce. Vale la pena rischiare quando la soluzione è… spegnere prima?

Gli strumenti che usi sono piccoli termosifoni. Pentole e padelle trattengono calore: la loro massa termica e la capacità termica dei cibi fanno sì che la temperatura continui a salire anche a fuoco spento. L’energia immagazzinata dal metallo e dagli alimenti si ridistribuisce: è il motivo per cui una bistecca continua a “andare avanti” sul piatto e un risotto si addensa dopo la mantecatura.

In più, entra in gioco il calore latente: i liquidi che sobbollono cedono energia anche senza bollire visibilmente, sostenendo la cottura mentre l’intensità di calore si attenua. Morale: la fiamma è solo l’inizio, non tutta la cottura. Materiali diversi cambiano il gioco. La ghisa è una stufa portatile: trattiene molto calore e lo rilascia lentamente, ideale per pesci spessi o carni rosolate da finire fuori fuoco.

L’alluminio risponde più in fretta: buono per uova e salse che vuoi fermare al punto giusto. L’acciaio sta a metà, perfetto per un risotto che deve arrivare all’onda mentre tu… hai già spento. E adesso i piatti che ringraziano. Con le uova strapazzate, spegni quando sono ancora lucide e morbide, e continua a mescolare fuori dal fuoco: le proteine dell’uovo coagulano già tra circa 62 e 70 °C, quindi il calore residuo finisce il lavoro senza stracciare la texture.

Con l’omelette vale lo stesso: piega quando è ancora baveuse, aspetta 30 secondi e servila cremosa. Il risotto è un manifesto del fuori fuoco: chiudi 1-2 minuti prima del “pronto”, manteca con burro e formaggio lontano dalla fiamma, e guarda l’amido formare quella crema che cercavi da mezz’ora. Sul pesce, soprattutto filetti di salmone, merluzzo o orata, ferma la cottura quando il cuore è appena lucido: il calore di padella e polpa lo porterà a consistenza succosa.

Il motivo per cui conviene spegnere il fornello prima che il piatto sia pronto – uspms.it

Come confermano le scuole di cucina e i manuali di scienza gastronomica, superare certe soglie (intorno ai 60 °C interni per molti pesci) significa spesso asciugarli e perdere profumo. Questo approccio funziona anche con la carne rossa: rosola bene, poi lascia riposare; è tutto carryover cooking che riallinea i succhi. Con le verdure in padella, spegni quando sono ancora verdi e croccanti: il calore residuo evita il “grigio mensa” e tiene vivo il sapore.

La domanda vera è: come evitare di sbagliare per eccesso? La risposta è più semplice di quanto pensi. Impara a “leggere” l’inerzia termica del tuo set. Con una padella pesante o una pentola capiente, anticipa lo spegnimento di un paio di minuti e sposta leggermente fuori dal fornello per modulare. Con una padella leggera, spegni al punto desiderato e usa il calore che resta nella superficie per rifinire la consistenza.

Se vuoi massima precisione, un termometro istantaneo ti toglie ogni ansia: è lo strumento che i professionisti usano proprio per governare il carryover. E ricordati che i cibi sottili (uova, filetti di pesce, verdure) reagiscono in pochi secondi, mentre risotti e carni hanno una coda di calore più lunga.

Flavia Scirpoli

Sono Flavia Lucia Scirpoli, ho 32 anni e vivo in Puglia. Dopo la laurea in Economia e Commercio e in Marketing Management, mi sono specializzata nel Copywriting. Mi piace scrivere e da diversi anni mi dedico alla redazione di articoli di gossip, lifestyle, economia, lavoro e attualità.

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