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Perché i ladri prendono di mira chi ha perso da poco il coniuge e come difendersi

I ladri prendono di mira chi ha perso da poco il coniuge. Ecco tutti i motivi per cui lo fanno e come difendersi.

Una recente vicenda di cronaca ha riportato l’attenzione su un rischio spesso sottovalutato: quando una famiglia è scossa da un lutto, soprattutto per la perdita del coniuge, la casa e chi vi abita possono diventare bersagli più esposti. Non si tratta di allarmismo, ma della fotografia di un fenomeno che forze dell’ordine e associazioni di tutela segnalano da tempo.

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La vulnerabilità emotiva, i cambiamenti nelle abitudini e alcune tracce pubbliche lasciate senza volerlo finiscono per comporre un quadro che occhi esperti sanno decifrare. La domanda, allora, non è solo perché ciò accada, ma anche come si possa prevenire e ridurre il rischio.

Perché i ladri prendono di mira chi ha perso da poco il coniuge?

Dopo la perdita del partner, chi resta solo attraversa un periodo delicato non solo sul piano emotivo, ma anche su quello pratico. È un momento in cui tante piccole incombenze cambiano e alcune difese calano. I ladri e i truffatori, purtroppo, lo sanno: monitorano segnali, studiano ritmi, sfruttano spiragli.

Maggiore isolamento sociale cambia la dimensione quotidiana e, col passare delle settimane, le visite di parenti e amici possono diradarsi. Dall’esterno, un’abitazione meno frequentata è riconoscibile: meno movimento davanti al portone, luci spesso spente a orari ripetitivi, persiane sempre nella stessa posizione, posta che si accumula nella cassetta. Sono indicatori che i malintenzionati sanno leggere e che usano per valutare se una casa è “facile”.

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La routine prevedibile, soprattutto tra gli anziani soli, tende a stabilizzarsi: stessi giorni per la spesa, stessi orari per la messa, la passeggiata o il mercato rionale. Questi movimenti ricorrenti, se osservati dall’esterno, permettono di individuare finestre temporali in cui l’abitazione resta vuota. Informazioni pubbliche o facilmente accessibili, come necrologi, avvisi funebri, partecipazioni sui social contengono spesso dati che, messi insieme, raccontano più del dovuto: un nome, un quartiere, un riferimento familiare.

Talvolta compaiono orari e luoghi delle esequie, suggerendo quando la casa sarà certamente libera. Non sono informazioni sensibili nel senso stretto, ma in mani sbagliate possono diventare una mappa. La maggior fragilità emotiva toglie energie e lucidità. Non è raro che, in buona fede, ci si fidi della persona che suona alla porta e si presenta come tecnico, volontario o addetto a servizi pubblici.

I truffatori contano proprio sull’urgenza apparente per superare la diffidenza e guadagnare l’accesso all’abitazione o sottrarre denaro con raggiri. La mancanza di aggiornamenti di sicurezza può accadere che chi resta solo non aggiorni serrature, allarmi o procedure di sicurezza. Talvolta le chiavi non vengono sostituite da anni, le finestre hanno scrocchetti datati, il citofono non è collegato al telefono o la porta non viene sempre chiusa a doppia mandata. Diventa fondamentale proteggersi in modo concreto, come?

  1. Evitare di condividere pubblicamente informazioni personali, come orari, indirizzo o dettagli familiari
  2. Limitare sui social riferimenti a spostamenti, cerimonie o assenze prolungate; se necessario, usare impostazioni di privacy restrittive
  3. Installare luci con sensori di movimento e impostare un timer per l’illuminazione interna, così da simulare la presenza anche quando si è fuori
  4. Creare una rete di vicinato attiva: concordare con amici, parenti o vicini di passare periodicamente, ritirare la posta, cambiare la posizione delle persiane, lasciare tracce di presenza
  5. Non aprire mai a sconosciuti, anche se si presentano come tecnici o operatori dei servizi pubblici. Chiedere sempre di mostrare un documento, annotare nome e matricola e, in caso di dubbio, chiamare l’ente di riferimento attraverso i numeri ufficiali prima di consentire l’accesso
  6. Mantenere contatti regolari con familiari o associazioni locali che offrono supporto a persone sole o vedove
  7. Avere appuntamenti fissi (telefonate, visite, accompagnamenti) aumenta la sicurezza e riduce l’isolamento, rendendo più difficile per i truffatori cogliere di sorpresa.

Questi accorgimenti non richiedono investimenti elevati e possono essere attuati gradualmente, partendo dalle abitudini quotidiane.

Valeria Scirpoli

Sono Valeria Scirpoli. Ho 32 anni e sono pugliese. Sono laureata in Economia e Commercio e in Marketing Management. Amo leggere ma soprattutto scrivere e da anni lavoro come copywriter, social media manager e articolista/blogger. Mi piace scrivere di tutto ma con una forte propensione per lifestyle, gossip, salute, viaggi, ambiente.

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