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Piovono multe, ma la verità è anche più preoccupante: la Capitale è nel panico

Piovono multe via mail e il panico cresce nella Capitale, ma dietro l’allarme c’è qualcosa di ancora più subdolo: ecco cosa sta succedendo.

Ricevere una multa non è mai una bella notizia: che sia per una sosta vietata, l’ingresso in ZTL o altro, poco importa, perché l’amarezza è l’unico sentimento che si può provare. La prima cosa che si pensa di fare è andare a pagarla ma bisogna fare attenzione.

Piovono multe, ma la verità è anche più preoccupante: la Capitale è nel panico – uspms.it

Specie chi vive a Roma dovrebbe infatti fare attenzione alla pioggia di multe che sta arrivando. Dietro questo allarme ci potrebbe essere un’insidia che in pochi riconoscono. Ecco di cosa preoccuparsi.

Cosa c’è dietro le multe che stanno arrivando nella Capitale

Fermati un secondo: se ti è arrivata una mail con scritto “C’è da pagare una multa all’Atac”, non è un promemoria: è l’amo perfetto per farti abboccare. Stanno circolando messaggi che sfruttano la paura delle sanzioni per spingerti a cliccare su un link e inserire i tuoi dati personali o le coordinate bancarie. Ti è già venuto il dubbio se sia vera o no? È esattamente qui che devi giocare d’anticipo.

Cosa c’è dietro le multe che stanno arrivando nella Capitale – uspms.it

Il fatto è semplice: da giorni alcuni utenti ricevono mail che parlano di una “sanzione Atac” da pagare. Dentro c’è un link, magari un bottone bello grande “Paga ora”, il tono è urgente, c’è persino un finto numero di verbale. Ma Atac lo ha chiarito con una nota ufficiale: l’azienda non contatta i clienti via mail per pagare multe e invita a non cliccare sui link e a non fornire dati sensibili. Chi clicca rischia il furto di identità, l’installazione di malware o peggio, soldi che spariscono in un lampo.

Come si presenta di solito l’inganno? L’oggetto è allarmante, il testo sembra “istituzionale”, ci sono loghi copiati, firme apparentemente credibili. Spesso il mittente somiglia a qualcosa di serio ma non è un dominio ufficiale: puoi trovare storpiature del tipo “@atac-roma.info” o link accorciati che nascondono la destinazione reale. A volte spuntano errori di grammatica, altre volte tutto sembra perfetto. È qui che serve il trucco: non farti incantare dalla grafica. Io, per esempio, l’ho ricevuta sabato mattina: logo perfetto, tono perentorio.

C’è un elemento chiave che i truffatori sperano tu non sappia: Atac gestisce solo le sanzioni amministrative per mancato possesso o irregolarità del titolo di viaggio, mentre le sanzioni per sosta tariffata sono di competenza esclusiva di Roma Capitale. E soprattutto, le comunicazioni ufficiali sulle multe non viaggiano in mail anonime con link magici: arrivano tramite canali istituzionali, e i pagamenti veri passano da siti ufficiali verificabili. Questo dettaglio, da solo, smonta il 90% del teatro.

Dunque la prima regola è quasi zen: respira e non cliccare. La seconda è pratica: verifica la provenienza. Se il messaggio parla di Atac, controlla le informazioni direttamente su atac.roma.it, nella sezione dedicata ai pagamenti delle sanzioni amministrative (quella vera, senza scorciatoie), oppure contatta il servizio clienti sui canali ufficiali indicati sul sito. Se si parla di sosta tariffata o di multe su strada, incrocia con il sito di Roma Capitale o con i canali della Polizia Locale: sono loro i riferimenti competenti, non un link arrivato chissà da dove.

Poi c’è il controllo tecnico, quello che ti salva in 30 secondi. Osserva il mittente: il dominio deve essere autentico e coerente; fai hover sul link (senza cliccare) e verifica che l’indirizzo punti davvero a un dominio istituzionale, non a un sito sospetto o a un accorciatore. Ricorda che le PA non chiedono pagamenti via link infilati in una mail generica. E, quando in dubbio, digita l’indirizzo del sito nel browser invece di affidarti al collegamento ricevuto: è la piccola abitudine che cambia il finale della storia.

Piovono multe nella Capitale: cosa sta succedendo – uspms.it

Gli esperti di sicurezza e la Polizia Postale convergono su un mantra: se sospetti un raggiro, non interagire, segnala e cancella. In Italia puoi fare una segnalazione direttamente al Commissariato di P.S. online (portale ufficiale della Polizia Postale) e, se hai inviato dati sensibili, avvisa subito la banca per bloccare o monitorare la carta. Se hai già cliccato e inserito credenziali, cambia immediatamente le password, attiva la verifica in due passaggi sugli account critici e esegui una scansione antimalware aggiornata. Meglio un allarme in più oggi che una bonifica digitale domani.

Un’ultima nota utile per fare pace con i dubbi: se un giorno avrai a che fare con una sanzione vera, la riconoscerai perché arriva con canali ufficiali (PEC o raccomandata, per esempio) e ti indirizza a portali istituzionali o a pagoPA, non a siti strani.

Flavia Scirpoli

Sono Flavia Lucia Scirpoli, ho 32 anni e vivo in Puglia. Dopo la laurea in Economia e Commercio e in Marketing Management, mi sono specializzata nel Copywriting. Mi piace scrivere e da diversi anni mi dedico alla redazione di articoli di gossip, lifestyle, economia, lavoro e attualità.

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