Possiedi questo cane? Se vivi in questa regione, devi pagare una tassa!

Hai un cane e pensi che basti una cuccia, una pettorina e qualche snack? Attenzione: in una regione italiana presto potrebbe aggiungersi una nuova voce di spesa legata a Fido. Scopri perché questa tassa potrebbe toccare anche te.

Le tasse sui cani non sono una leggenda metropolitana, ma c’è una regione in Italia dove sono attive. Se viaggi con il tuo amico peloso o semplicemente vivi in una zona molto amata dagli amanti della montagna, potresti trovarti a pagare un extra che oggi non esiste o non avevi calcolato.

cane col guinzaglio in bocca
Possiedi questo cane? Se vivi in questa regione, devi pagare una tassa! – uspms.it

Quante volte prenotiamo una vacanza, scegliamo l’hotel “pet-friendly”, e poi alla reception spunta il costo imprevisto? La domanda, a questo punto, è semplice: vuoi davvero rovinarti l’umore (e il budget) per una riga in più nel conto?

Partiamo da ciò che sappiamo. C’è una regione italiana che ha messo sul tavolo l’idea di una tassa dedicata ai cani, con due binari: uno pensato per chi arriva in vacanza con l’animale e un altro per chi il cane lo possiede e lo registra durante l’anno. Il cuore del tema è la pulizia urbana e la gestione delle deiezioni: chi ha un cane conosce bene il balletto quotidiano tra guinzaglio, sacchetti, cestini e parchi. La proposta nasce dalla volontà di tenere strade e marciapiedi più puliti, finanziando servizi e infrastrutture mirate. E qui arriva il punto dolente: quanto mi costerà?

Alto Adige: tassa cani spiegata

La regione in questione è l’Alto Adige (Südtirol), dove dal 2026 è allo studio l’introduzione di una tassa di soggiorno per i cani. L’idea è chiara: mantenere più pulite le strade di Bolzano e dintorni, investendo parte del gettito in aree cani e contenitori per sacchetti aggiuntivi. Gli albergatori locali hanno reagito con scetticismo, temendo l’effetto boomerang: chi viaggia con il cane potrebbe scegliere di evitare la destinazione, deludendo proprio l’obiettivo turistico.

A sorpresa, anche il sindaco è rimasto spiazzato dall’ipotesi, mentre l’assessore provinciale Luis Walcher ha spinto oltre: oltre alla tassa di soggiorno per gli animali, propone una tassa annuale di 100 € per ogni proprietario di cane. Una cifra che, nelle intenzioni, renderebbe più equa la ripartizione dei costi di pulizia a carico di chi effettivamente utilizza i servizi, alimentando al contempo investimenti mirati.

cane a passeggio
Alto Adige: tassa cani spiegata – uspms.it

Per fare due conti, un golden retriever in vacanza per tre settimane in Alto Adige aggiungerebbe più di 30 € al totale, a cui si sommano le cifre già previste per i viaggiatori umani. Non è tutto: l’ipotesi dei 100 € annui per i residenti punterebbe a responsabilizzare sul lungo periodo, con il messaggio implicito che la convivenza civile ha un costo condiviso. Gli operatori, però, avvertono: in un mercato dove sempre più persone viaggiano con il cane, anche pochi euro possono deviare i flussi. Da qui l’appello: calibrare bene le tariffe e usare il gettito in modo visibile, così che il cittadino percepisca il ritorno.

Arriviamo alla soluzione pratica: come evitare sorprese e viaggiare sereni? Per prima cosa, tratta la tassa sui cani come tratteresti la tassa di soggiorno: una voce da chiedere e confermare prima di prenotare. Scrivi alla struttura e chiedi nero su bianco se esiste una sovrattassa per animali, l’importo per notte e cosa include (pulizia extra, accesso ad aree comuni, kit sacchetti).

Secondo: consulta i siti ufficiali della Provincia autonoma e dei Comuni dove intendi andare; quando una misura è in arrivo, spesso compaiono avvisi, delibere o FAQ con dettagli e tempi.

Terzo: se vuoi evitare il sovrapprezzo, scegli destinazioni dove non è prevista una tassa specifica per i cani o dove la struttura ingloba l’extra nel prezzo, e verifica sempre le regole locali su guinzaglio e raccolta delle deiezioni per evitare sanzioni. Infine, prepara un mini-kit furbo: sacchetti in abbondanza, salviette, una borraccia con ciotola richiudibile e, se serve, museruola omologata. Piccoli accorgimenti che spesso fanno la differenza anche agli occhi di albergatori e vicini di tavolo.

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