“Questi non valgono più”, caos Poste italiane: terribile scoperta sui buoni fruttiferi

Caos alle Poste italiane, si ritrovano a fare una terribile scoperta sui buoni fruttiferi, questi non valgono davvero più. Di cosa si tratta?

In Puglia una famiglia ritrova buoni postali cartacei per 160 milioni di lire e scopre allo sportello che sono prescritti. Riapre il dibattito su scadenze, informazione e diritti dei risparmiatori

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“Questi non valgono più”, caos Poste italiane: terribile scoperta sui buoni fruttiferi (Uspms.it)

A Bari, il 18 settembre 2025, una famiglia pugliese, durante le pulizie di una casa ereditata, ha fatto una scoperta sorprendente ma amara: un plico di buoni fruttiferi postali cartacei per un valore nominale di 160 milioni di lire, equivalenti a oltre 82 mila euro, senza considerare gli interessi accumulati. La felicità iniziale si è però trasformata in delusione quando, recatisi allo sportello postale, i familiari hanno appreso che i buoni erano prescritti. Questo evento ha portato gli eredi a presentare denuncia e a cercare il supporto di legali e associazioni dei consumatori, riaccendendo un dibattito che periodicamente emerge in Italia riguardo ai buoni fruttiferi postali di vecchia data.

I buoni fruttiferi postali (BFP) sono stati per lungo tempo una forma di risparmio molto diffusa in Italia, garantiti dallo Stato e caratterizzati da interessi che crescono nel tempo. Tuttavia, molti buoni emessi in lire nel secolo scorso avevano durate molto lunghe, e al termine di queste, il capitale e gli interessi diventavano esigibili per un periodo aggiuntivo, dopodiché si applicava la prescrizione decennale. Questo significa che, superati ulteriori dieci anni dalla scadenza, il diritto al rimborso si estingue. La famiglia pugliese, come molti altri risparmiatori, sostiene di non essere stata informata adeguatamente su queste scadenze, trovandosi di fronte a buoni di fatto senza valore.

Poste Italiane, un contenzioso che dura da anni

La questione dei buoni fruttiferi postali prescritti non è nuova. Negli ultimi anni, migliaia di risparmiatori hanno intrapreso azioni legali o si sono rivolti all’Arbitro Bancario Finanziario per questioni legate alla prescrizione o alla corretta applicazione delle tabelle degli interessi. Le associazioni dei consumatori hanno evidenziato un deficit di informazione, sottolineando come molti eredi scoprono l’esistenza dei buoni solo dopo la morte del titolare, quando i termini di prescrizione sono già scaduti.

persona di poste italiane
Poste Italiane, un contenzioso che dura da anni (ANSA) Uspms.it

Poste Italiane, di fronte a casi simili, ha sempre ricordato il suo ruolo di distributore dei BFP per conto di Cassa Depositi e Prestiti, sottolineando che la prescrizione è un principio generale che serve a garantire la certezza dei rapporti giuridici. L’azienda ha messo a disposizione strumenti informativi e campagne per facilitare la transizione verso i buoni dematerializzati, che offrono una maggiore sicurezza e permettono un monitoraggio più efficace delle scadenze.

L’episodio in Puglia ha sollevato un’ondata di reazioni sui social, con molte persone che hanno condiviso esperienze simili di buoni ritrovati ormai senza valore. Questo ha messo in luce non solo il danno materiale ma anche quello psicologico per chi si vede negare un diritto costruito con anni di risparmi. Gli esperti ricordano che molti buoni emessi negli anni Ottanta e Novanta sono ormai scaduti o in procinto di scadere, rendendo il fenomeno particolarmente attuale.

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