Rimborsi IRPEF 730, gravissimi ritardi: ecco quando arriveranno

I rimborsi IRPEF 730 tarderanno ad arrivare quest’anno: ecco perché ci saranno tanti ritardi e come evitare di perdere ulteriore tempo.

Il Modello 730 resta lo strumento di riferimento per milioni di lavoratori dipendenti e pensionati che devono dichiarare i redditi e recuperare le imposte pagate in più. La sua forza è la semplicità: rimborso direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione, con la possibilità di compensare eventuali somme dovute.

Modulo 730, ragazzo pensieroso
Rimborsi IRPEF 730, gravissimi ritardi: ecco quando arriveranno – uspms.it

Tuttavia, il calendario dei rimborsi IRPEF collegati al Modello 730 subisce uno slittamento per una larga platea di contribuenti, soprattutto in presenza di presentazioni tardive o crediti elevati. Ecco cosa cambia e cosa fare per non perdere ulteriormente tempo.

Rimborsi IRPEF 730: quando arriveranno

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il calendario dei rimborsi IRPEF 730 viene rimodulato per tenere conto di due fattori chiave: la tempestività dell’invio del modello e l’entità del credito spettante. Chi si muove tardi o vanta importi più consistenti rientra nei casi soggetti a controlli preventivi e verifiche di coerenza, con accertamenti documentali che allungano inevitabilmente i tempi.

A incidere sono anche la presenza o meno del sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico), la corretta comunicazione dell’IBAN e la capienza in busta paga, elementi che possono richiedere lavorazioni aggiuntive. Il meccanismo dei controlli mira a ridurre il rischio di errori e duplicazioni di detrazioni, specialmente quando in dichiarazione figurano spese complesse (sanitarie, istruzione, mutui, ristrutturazioni, bonus energetici) o quando il credito supera determinati importi.

Negli ultimi anni la precompilata ha reso più trasparenti i dati a disposizione, ma non ha eliminato la necessità di controlli approfonditi su profili a rischio. Di qui, la scelta di concentrare le lavorazioni in blocchi, con finestre di pagamento differenziate in base all’ordine di presentazione e al tipo di soggetto coinvolto. Per i contribuenti che presentano il 730 entro il 20 giugno 2025 tramite il proprio sostituto d’imposta, l’accredito resta il più rapido: il rimborso IRPEF viene riconosciuto in busta paga nel mese di luglio, oppure sul cedolino di agosto per i pensionati.

Fare calcolo calcolatrice, moduli
Rimborsi IRPEF 730: quando arriveranno – uspms.it

Diverso lo scenario per chi presenta la dichiarazione dopo il 20 giugno o vanta un credito superiore a 4.000 euro: in questi casi scattano i controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate, che comportano lavorazioni più lunghe e un differimento dei pagamenti. L’erogazione, per queste posizioni, non avverrà prima di marzo 2026. Il ritardo riguarda sia chi ha un sostituto d’imposta sia chi si affida a CAF o intermediari, con tempi analoghi anche per chi trasmette autonomamente la dichiarazione.

Particolare attenzione ai pensionati che presentano il 730 in ritardo: l’accredito slitta tipicamente al cedolino di settembre, con la perdita dell’anticipo di agosto. La logica è la stessa: le lavorazioni vengono rinviate alla prima mensilità utile successiva alla conclusione dei controlli, con priorità assegnata a chi ha rispettato la prima finestra di giugno.

Per chi non ha un sostituto d’imposta, il rimborso viene pagato direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Se nel cassetto fiscale risultano correttamente comunicate le coordinate bancarie o postali, l’accredito avviene entro sei mesi dalla presentazione del modello. In assenza di IBAN, l’Agenzia provvede con un assegno postale vidimato inviato all’indirizzo del contribuente, incassabile presso Poste Italiane. Le medesime tempistiche si applicano a chi utilizza il Modello Redditi precompilato, allineato di fatto alle finestre del 730.

Restano, inoltre, le verifiche rafforzate sui rimborsi sopra i 4.000 euro, spesso legati a nuclei familiari con molte detrazioni o a spese agevolate rilevanti. In tali casi l’Agenzia può richiedere documentazione a supporto o effettuare controlli incrociati, con l’effetto di spostare l’accredito al primo slot utile del 2026. Per evitare ulteriori slittamenti è utile:

  • presentare la dichiarazione entro il 20 giugno, soprattutto se si ha un sostituto d’imposta
  • verificare in anticipo la capienza in busta paga o sul cedolino e l’allineamento dei dati anagrafici e fiscali
  • controllare e comunicare l’IBAN corretto nel cassetto fiscale
  • conservare e, se necessario, predisporre la documentazione delle spese detraibili/deducibili per eventuali richieste di verifica
  • monitorare l’esito della dichiarazione sul portale dell’Agenzia o tramite il CAF/intermediario, così da intercettare per tempo anomalie e blocchi.

Il rispetto delle scadenze e la pulizia dei dati sono oggi determinanti per evitare i gravissimi ritardi che caratterizzano i rimborsi IRPEF del 730.

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