Salmonella, attenzione a queste uova: scatta il richiamo, come riconoscerle

È partito un richiamo per rischio Salmonella per delle uova. Ecco come riconoscerle e perché è consigliabile non consumarle.

Le uova sono degli alimenti molto amati da grandi e piccini ed anche molto versatili: si possono preparare infatti in tanti modi e sono anche gli ingredienti di tante ricette. In casa non mancano praticamente mai proprio perché sono di utilizzo e consumo quotidiano.

uova in ciotola
Salmonella, attenzione a queste uova: scatta il richiamo, come riconoscerle – uspms.it

Ma attenzione perché è partito un richiamo per rischio Salmonella per alcune di esse. Ecco allora come capire se le uova nel tuo frigo rientrano tra quelle coinvolte dal richiamo del Ministero della Salute, cosa fare subito per tutelare la salute e come evitare di buttare tempo (e soldi).

Il richiamo delle uova per rischio Salmonella

Dritti al punto: quando si parla di uova e Salmonella, il “lo faccio domani” non esiste. Il problema è concreto, attuale e sta probabilmente già riposando nel tuo portauova. Hai comprato una confezione senza pensarci, hai preparato una carbonara o un tiramisù e ora ti chiedi: e se fossero proprio quelle del richiamo?

uova
Il richiamo delle uova per rischio Salmonella – uspms.it

Partiamo dai fatti nudi e crudi. Il Ministero della Salute ha annunciato un richiamo per rischio microbiologico legato alla presenza di Salmonella in alcune uova a marchio La Montanari, prodotte da Carboni Simona. Il provvedimento è stato disposto il 26 settembre 2025 e riguarda il lotto 35, con scadenza 22 ottobre 2025. Il marchio di identificazione dello stabilimento è ITQ3T7GUE; le confezioni interessate sono da 4 o 6 uova, 50 grammi a pezzo.

La raccomandazione sanitaria è chiarissima: non consumare il prodotto e riportarlo al punto vendita per sostituzione o rimborso. Fine della storia? Non proprio, perché c’è un modo semplice per capire se le tue uova sono tra quelle chiamate in causa. Prima di arrivarci, capiamo perché questo richiamo non è il solito “falso allarme”. Le infezioni da salmonella, spiegano Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità, sono tra le patologie alimentari più frequenti.

Si presentano spesso come gastroenterite/enterocolite con febbre, crampi addominali, nausea, vomito e diarrea. Il contagio può avvenire consumando uova crude o poco cotte, ma anche per cross-contaminazione in cucina: basta un guscio sporco che tocchi un tagliere, una frusta o il piano di lavoro, e il resto è sfortunata routine. L’infezione è particolarmente rischiosa per anziani, bambini, donne in gravidanza e persone con difese immunitarie ridotte, e negli adulti sani può comunque significare giorni persi tra letto e bagno, medicine, zero energie e una maratona di recupero non proprio divertente.

Ecco perché aspettare è un lusso che non ci possiamo permettere. Se sottovaluti il problema, potresti ritrovarti a dover buttare interi piatti preparati con uova sospette (ciao cene programmate), sanificare mezza cucina, perdere giornate di lavoro o scuola e, peggio, mettere a rischio i familiari più fragili. Anche economicamente è una scelta sbagliata: il rimborso lo ottieni solo se riporti la confezione, mentre se consumi e poi ti accorgi del lotto, resti con il danno e niente risarcimento. In sostanza: agire subito è l’unica opzione furba.

Gestione cookie