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Sapete quanto guadagna un medico di base per ogni paziente? Spoiler: tantissimo! Assurdo che nessuno voglia più farlo

Curiosi di sapere quanto incassa davvero un medico di base per ogni assistito? Qui scoperchiamo il vaso: dal percorso per diventarlo ai numeri per paziente, dal tetto di scelte alle voci nascoste dello stipendio. Scoprite perché, nonostante tutto, molti ci rinunciano.

Diciamolo chiaro: stiamo vivendo una corsa contro il tempo. Trovare un nuovo medico di base quando il proprio va in pensione sta diventando una piccola odissea, mentre online rimbalzano cifre che sembrano da capogiro. Ma allora, è davvero un “posto d’oro” che tutti snobbano? O c’è qualcosa che non torna nel racconto? Se volete capire come si diventa medico di famiglia e quanto si guadagna per ogni paziente — in concreto, non per sentito dire — siete nel posto giusto.

Sapete quanto guadagna un medico di base per ogni paziente? Spoiler: tantissimo! Assurdo che nessuno voglia più farlo (Uspms.it)

Il punto di partenza è semplice: chi vuole fare Medicina Generale deve attraversare un percorso lungo, strutturato e molto pratico. Si parte con la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, poi l’abilitazione e l’iscrizione all’albo. Da qui si accede, tramite concorso regionale, al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale: tre anni intensi tra aula e tirocinio, ambulatori, medicina sul territorio, turni e valutazioni periodiche. Una volta ottenuto il diploma, inizia la partita “vera”: graduatorie regionali, incarichi di sostituzione o provvisori, fino alla titolarità del proprio ambito. In mezzo, c’è la costruzione dello studio, la scelta degli strumenti digitali, la gestione dei flussi, le relazioni con la ASL e con i colleghi di rete. Non è un ascensore, è una scala: faticosa, ma con un panorama che per molti vale la salita.

Il problema, però, si presenta ogni giorno sulla pelle delle persone: se questo ingranaggio rallenta, i pazienti restano senza scelta, si affollano i pronto soccorso, aumentano i tempi d’attesa per ricette e controlli di routine. E per i giovani medici, la percezione è spesso distorta: si leggono numeri “a paziente” senza considerare costi, orari, burocrazia, obblighi. Ho raccolto le esperienze di colleghi e i dati pubblici più citati nel settore: gli “esperti del territorio” dicono che sì, il lavoro è remunerativo se organizzato bene, ma non è una rendita passiva. È un servizio complesso che premia la qualità, l’organizzazione e la capacità di fare rete.

Stipendio e Massimale MMG

Arriviamo al “gossip” serio: i numeri. Secondo analisi e ricostruzioni divulgate dal blog professionale di MioDottore Pro e dai principali sindacati di categoria, il medico di famiglia è pagato principalmente con una quota capitaria per assistito/anno. La cifra è lorda e varia per scaglioni e anzianità, ma si colloca mediamente intorno a cifre nell’ordine di qualche decina di euro per paziente all’anno; molte stime operative citano un intervallo che ruota attorno ai 70–80 euro lordi per assistito/anno, a cui si sommano voci integrative per età, patologie croniche, attività aggiuntive e progetti territoriali. Il totale, quindi, non è una moltiplicazione secca: la quota capitaria è la base, poi entrano in gioco indennità e compensi per servizi specifici.

Stipendio e Massimale MMG (Uspms.it)

Quanti pazienti può seguire un medico? Di norma il massimale è intorno a 1.500 assistiti per medico, con eccezioni locali in caso di carenza o organizzazioni complesse che possono spostare leggermente l’asticella. Nei primi anni o con incarichi non definitivi, il tetto può essere più basso e salire strada facendo. È qui che l’anzianità conta: con l’esperienza convenzionale crescono alcune indennità e può consolidarsi il portafoglio pazienti, soprattutto se si lavora in medicina di gruppo o in rete, con segreteria e strumenti digitali che rendono fluido il lavoro.

E allora perché “nessuno vuole più farlo”? Burocrazia pesante, ondate di pensionamenti, territori scoperti e una routine che senza strumenti adeguati diventa un tapis roulant infinito. La buona notizia è che chi conosce la strada e si appoggia a modelli organizzativi moderni trova equilibrio economico e qualità di vita migliori di quanto si racconti nei bar.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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