Ti hanno detto che a novembre devi versare tutto e subito per l’Imu e la Tari? In realtà esiste una via poco pubblicizzata per respirare, a costo zero in certi casi: la rateizzazione su richiesta.
Diciamolo forte: novembre è il mese che mette in ginocchio i risparmi. Tra bollette, spese impreviste e tasse locali, il portafoglio chiede pietà. E quando arriva la scadenza di IMU e TARI, il panico è servito. Hai davvero la liquidità per saldare tutto in una volta sola senza distruggere il budget fino a Natale? Se ti sei già trovato a fare i conti con scadenze serrate e risorse finite, devi sapere c’è una strada concreta per evitare la batosta.
Questa richiede tempismo e due mosse precise: si tratta della rateizzazione su richiesta, una strada poco pubblicizzata ma a costo zero per avere ampio respiro quando si tratta del pagamento delle imposte sulla casa e i rifiuti. Ecco come funziona.
La scadenza del secondo acconto di IMU e TARI cade a metà novembre (per molti Comuni è fissata al 16 novembre 2025 secondo i calendari deliberati, ma verifica sempre le date sul portale del tuo Comune). Qui nasce il problema: non tutti sanno che in diversi municipi italiani esistono piani di rateizzazione su richiesta, perfino con condizioni senza maggiorazioni e con dilazioni fino ad aprile 2026. Meno del 20% dei contribuenti ne è informato, eppure è un’ancora di salvataggio quando la liquidità scarseggia.
Infatti molti Comuni hanno previsto piani di dilazione dei tributi locali per contribuenti in difficoltà economica, ma non sono automatici: serve una domanda formale e spesso va presentata entro fine ottobre. Ogni Comune ha regole proprie, definite in delibera o nel Regolamento delle Entrate e nel Regolamento TARI, pubblicati sul sito istituzionale e sull’Albo Pretorio. Dunque il primo passo è informarsi direttamente alla fonte. Vai sul portale ufficiale del tuo Comune e cerca le sezioni “Tributi”, “IMU”, “TARI” o “Rateizzazione/Dilazione”. Lì trovi i moduli, le scadenze e i requisiti.
Quasi sempre si specifica che la rateizzazione è su richiesta e che la domanda va presentata entro fine ottobre per agganciare il piano che copre il pagamento di novembre. Se non trovi subito tutto online, chiama l’ufficio tributi o usa la PEC/Sportello telematico con SPID: chiedi delucidazioni su “rateizzazione IMU e TARI senza maggiorazioni” e sulle finestre temporali.
Prepara un dossier semplice ma completo. Di solito servono l’ISEE aggiornato, una breve autodichiarazione della situazione di difficoltà (ad esempio, spese mediche impreviste o calo di reddito), il dettaglio delle posizioni tributarie per cui chiedi la dilazione e un contatto reperibile. In molti Comuni il piano prevede più scadenze distribuite fino ad aprile 2026, con zero maggiorazioni per gli aventi diritto. Specifica nella domanda che richiedi l’agevolazione prevista per i contribuenti in condizioni disagiate; se il tuo Comune ha pubblicato la delibera, cita il riferimento. Ricorda che queste misure esistono proprio per evitare insoluti e tensioni finanziarie: non stai “chiedendo un favore”, stai usando uno strumento previsto.
Dal 2025, poi, si affiancano novità importanti sulla TARI: vari Comuni hanno introdotto bonus e agevolazioni TARI per famiglie in difficoltà, con sconti fino al 25% e, in alcuni casi, combinazione con la rateizzazione. Anche qui serve una richiesta formale e il rispetto dei criteri fissati dal Comune. Tradotto: se rientri nei requisiti, potresti sia pagare meno, sia spalmare l’importo in più mesi. Non dico che accada ovunque uguale, perché ogni amministrazione ha il proprio regolamento, ma è una pista che vale oro se il budget è sotto pressione.
E se nel tuo Comune l’agevolata non c’è? Non mollare. Chiedi comunque un piano di dilazione “ordinario”: spesso è previsto, magari con interessi minimi. Per l’IMU, se sei già oltre termine, informati sul ravvedimento operoso: non è la soluzione ideale come una dilazione senza maggiorazioni, ma riduce l’impatto rispetto a sanzioni piene. Per la TARI, verifica il Regolamento TARI locale o le delibere dell’anno: molti municipi prevedono riduzioni per nuclei con ISEE basso, famiglie numerose o situazioni particolari.
Un’altra mossa intelligente è impostare la domiciliazione o i promemoria digitali per non perdere le rate e conservare la documentazione protocollata: ricevuta di invio, numero di protocollo, copia della domanda. Sembrano dettagli, ma fanno la differenza quando devi dimostrare di esserti mosso nei tempi. La soluzione, quindi, esiste ed è alla tua portata: informati oggi, prepara i documenti e invia la richiesta entro fine ottobre. Se il tuo Comune offre la rateizzazione senza maggiorazioni fino ad aprile 2026, stai trasformando una scadenza pesante in un percorso sostenibile. Se non la offre, esplora le alternative ufficiali: piano ordinario, bonus TARI fino al 25%, ravvedimento per l’IMU dove applicabile.
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