Se lo fai al rientro da un viaggio potresti soffrirne anche tu, è una cosa davvero molto comune. Andiamo a scoprire più da vicino di cosa si tratta.
Ci sono sensazioni che conosciamo tutti: l’euforia di un viaggio appena prenotato, la felicità di una vacanza che si avvicina, il sollievo di staccare dalla routine.

Ma c’è una sensazione meno piacevole, un piccolo tarlo che può insinuarsi nella mente di molti viaggiatori, spesso appena tornati a casa. È quella vocina che ti chiede: “E adesso? Quale sarà la prossima meta?”. A volte si tratta di una curiosità innocente, ma per molti può trasformarsi in un vero e proprio stato d’ansia. Un’inquietudine crescente che riguarda il futuro, o meglio, la mancanza di un futuro in un’agenda piena di impegni.
Un recente studio ha messo in luce una dinamica psicologica piuttosto diffusa, e il suo nome è già tutto un programma. Se dopo essere tornato da una vacanza, ti senti insoddisfatto, quasi “orfano” di una meta da raggiungere, e la prima cosa che fai è metterti a navigare online per cercare la prossima destinazione, sappi che non sei il solo.
Questa sensazione, in particolare, sembra accomunare una grande fetta della popolazione, e ha un nome ben preciso.
La Notriphobia e il perché è un fenomeno in crescita
L’inquietudine di cui parliamo ha un nome ben preciso: si chiama notriphobia, ed è la paura di non avere un viaggio prenotato. Secondo un’indagine condotta da una famosa piattaforma di booking, questa condizione colpisce un numero sorprendente di persone: circa il 40% degli italiani ne soffrirebbe in qualche misura. Si manifesta in vari modi, ma il segnale più chiaro è la ricerca compulsiva di nuove mete subito dopo essere tornati da una vacanza. Non si tratta semplicemente di una passione per i viaggi, ma di una vera e propria ansia legata all’assenza di una prossima partenza in programma.

La ricerca rivela che i viaggiatori che ne sono affetti si sentono più stressati quando non hanno una meta imminente da attendere. La notriphobia è strettamente legata al desiderio di evasione e alla necessità di avere qualcosa a cui guardare con entusiasmo, un modo per sfuggire alla quotidianità e alla routine. Curiosamente, le donne sembrano esserne più colpite rispetto agli uomini, con una percentuale del 43% contro il 36%. La condizione non riguarda solo le prenotazioni, ma anche la paura di perdersi le occasioni e le offerte migliori per il futuro.
A differenza della depressione post-viaggio, che si manifesta con un senso di malinconia al rientro, la notriphobia si concentra sulla mancanza di un viaggio futuro. È un’ansia che porta a navigare su siti di viaggi o a consultare guide turistiche, non per puro piacere, ma per lenire un disagio interiore. Nonostante non sia riconosciuta come una condizione clinica, i suoi effetti sono reali e toccano una larga parte dei viaggiatori, dimostrando quanto il viaggio, nella nostra società, sia diventato un elemento cruciale non solo per il relax, ma anche per il benessere psicologico.