Si abbassa l’ISEE nel 2026, ecco come e cosa guadagnano le famiglie italiane

L’ISEE si abbassa nel 2026: quali conseguenze ci saranno per le famiglie? Davvero un guadagno? Se si, di quanto? Rispondiamo a tutte queste domande.

Una riga in apparenza tecnica, nascosta tra commi e tabelle della prossima legge di Bilancio, potrebbe cambiare in modo sensibile il profilo ISEE di migliaia di nuclei familiari. La notizia circola da giorni tra CAF e studi di consulenza: dal 2026 la prima casa conterà meno nel calcolo dell’indicatore. Un dettaglio? Non proprio, perché l’ISEE è la chiave d’accesso a bonus, esenzioni, graduatorie e contributi che compongono una parte importante del welfare quotidiano.

Mani su salvadanaio maiale, omini di carta
Si abbassa l’ISEE nel 2026, ecco come e cosa guadagnano le famiglie italiane – uspms.it

C’è però un aspetto che alimenta curiosità e interrogativi: chi ne beneficerà davvero? Le famiglie con case modeste vedranno differenze concrete o si tratta dell’ennesima misura che premia platee specifiche e ristrette? E quanto potrà scendere realmente l’ISEE di un nucleo medio? Per capirlo, bisogna entrare (senza perdersi) nei meccanismi del patrimonio immobiliare ai fini ISEE e nei ritocchi che il governo intende introdurre, dopo le correzioni sul patrimonio mobiliare già viste nel 2025.

Novità ISEE, nel 2026 si abbassa per le famiglie, ecco chi ci guadagna e cosa

Il cuore della misura è l’aumento della franchigia sulla prima casa da indicare nella DSU, la Dichiarazione Sostitutiva Unica che genera l’ISEE. Tradotto: una quota maggiore del valore dell’abitazione di residenza sarà esclusa dal calcolo. Oggi la franchigia è pari a 52.500 euro; l’ipotesi allo studio è di portarla fino a 100.000 euro. Significa che, ai fini ISEE, si guarda solo alla parte del valore della casa che eccede questa soglia; di tale eccedenza incide una quota che confluisce nel patrimonio rilevante e che poi pesa nell’indicatore complessivo in funzione della scala di equivalenza del nucleo.

Mamma, papà, figlia, cane
Novità ISEE, nel 2026 si abbassa per le famiglie, ecco chi ci guadagna e cosa – uspms.it

A beneficiarne saranno i proprietari che vivono nella casa di residenza con un valore non basso. Chi possiede un’abitazione principale con valore ai fini ISEE già oggi inferiore alla franchigia attuale di 52.500 euro non vedrà differenze: la casa è già “assorbita” e quindi non pesa. Viceversa, chi ha un immobile di valore più alto potrà ottenere uno sconto significativo sul patrimonio considerato.

La misura si affianca alla modifica introdotta nel 2025 sul patrimonio mobiliare: l’esclusione, entro certi limiti, di strumenti garantiti dallo Stato come titoli di Stato, libretti postali e buoni fruttiferi fino a 50.000 euro per nucleo. Anche in quel caso il beneficio è stato percepito soprattutto da famiglie con risparmi consistenti di quel tipo, meno dalle fasce più fragili con giacenze minime. Il vantaggio potenziale cresce al crescere del valore dell’immobile di residenza e del suo “peso” nell’ISEE.

Cosa cambia, nella pratica, per i diritti collegati all’ISEE? Un indicatore più basso facilita l’accesso e, in taluni schemi, aumenta gli importi riconosciuti. Parliamo dell’Assegno Unico per i figli a carico, dei bonus sociali su luce e gas, delle agevolazioni per nidi, mense e trasporti scolastici, delle riduzioni e esenzioni su tasse universitarie, delle graduatorie per borse di studio e alloggi, fino ai sostegni contro la povertà: in tutti questi ambiti, soglie e scaglioni ISEE governano l’ingresso e la misura del beneficio.

Restano alcuni dettagli da monitorare nei testi definitivi:

  • Il valore esatto della nuova franchigia; le eventuali condizioni specifiche per nuclei numerosi o particolari
  • La coerenza con le altre componenti patrimoniali e con le regole su mutui e detrazioni già previste dall’ISEE
  • L’effetto aritmetico andrà sempre letto alla luce del quadro complessivo del nucleo: redditi da lavoro o pensione, eventuali altri immobili diversi dalla prima casa, risparmi mobiliari, composizione familiare e presenza di persone con disabilità, elementi che la scala di equivalenza pondera in modo differenziato.

Gli effetti si vedranno sugli ISEE calcolati con le DSU presentate a partire da gennaio, quando la novità entrerà in vigore. Sarà allora che molte famiglie verificheranno sul campo se la franchigia più alta sulla prima casa abbassa davvero l’indicatore quel tanto che basta per sbloccare un bonus in più o un’esenzione in più. Per i proprietari con abitazione di valore medio-alto la probabilità è concreta; per chi è in affitto o abita case dal valore modesto, l’ago della bilancia resterà affidato soprattutto a redditi e patrimoni mobiliari.

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