Siamo al collasso: in arrivo inverni gelati ed estati torride (c’è la data)

Clima impazzito: inverni gelidi ed estati torride in arrivo. Scopri quando accadrà e perché siamo vicini al collasso ambientale

Il clima sta cambiando a una velocità senza precedenti. Studi recenti avvertono che ci attendono inverni sempre più gelidi ed estati torride, con una data precisa che segnerà il punto di svolta.

Donna al freddo nella neve in inverno e donna accaldata per il caldo torrido estivo
Siamo al collasso: in arrivo inverni gelati ed estati torride (c’è la data)(Uspms.it)

Siamo di fronte a un vero e proprio collasso climatico, e comprenderne le cause e le conseguenze è fondamentale per prepararci.

Clima al collasso: cosa ci aspetta tra inverni gelati ed estati torride

La circolazione meridionale dell’Atlantico (AMOC) si trova a un bivio critico, con implicazioni che vanno ben oltre la semplice comprensione scientifica, toccando la vita di milioni di persone.

La nuova analisi, che estende la proiezione dei modelli climatici fino al 2300 e al 2500, ha rivelato una realtà inquietante: il collasso dell’AMOC non è solo possibile, ma probabile, entro i prossimi decenni.

Questo scenario, una volta considerato improbabile prima del 2100, ora appare con una probabilità del 25% anche in uno scenario di basse emissioni di carbonio.

Ghiacciai che si sciolgono
Clima al collasso: cosa ci aspetta tra inverni gelati ed estati torride (Uspms.it)

La prospettiva di un collasso dell’AMOC, con il suo carico di conseguenze devastanti, da inverni estremamente rigidi a siccità estive in Europa occidentale, nonché un aumento significativo del livello del mare, pone una sfida senza precedenti per la comunità globale.

Di fronte a questa realtà, la domanda che emerge è: cosa possiamo fare? La risposta, sebbene complessa, inizia con un’azione climatica decisiva e immediata.

La riduzione drastica delle emissioni di carbonio non è più una scelta, ma una necessità urgente per prevenire o almeno ritardare il collasso dell’AMOC.

Gli scienziati, guidati da figure come il professor Stefan Rahmstorf, sottolineano che, nonostante le proiezioni allarmanti, il futuro dell’AMOC e, per estensione, del clima globale, rimane nelle nostre mani.

La capacità di agire ora, rispettando e superando gli obiettivi dell’accordo di Parigi, potrebbe significare la differenza tra un futuro gestibile e uno scenario climatico catastrofico.

La ricerca ha anche evidenziato una lacuna critica nei modelli attuali: l’assenza di dati sul flusso massiccio di acqua di fusione proveniente dalla calotta glaciale della Groenlandia. Questo fattore, se incluso, potrebbe rivelare che le proiezioni attuali sono ottimistiche, sottolineando ulteriormente la necessità di un’azione climatica più aggressiva.

In conclusione, mentre il dottor Jonathan Baker del Met Office Hadley Centre nel Regno Unito invita alla cautela nell’interpretazione dei dati, sottolinea anche l’importanza di riconoscere che l’oceano sta già cambiando.

La convezione del Nord Atlantico è sotto minaccia, e con essa, il clima europeo nei decenni a venire.

Tuttavia, la speranza non è perduta. La comunità globale ha ancora l’opportunità di influenzare il corso degli eventi, adottando misure immediate e significative per combattere la crisi climatica. Il futuro dell’AMOC, e del nostro mondo, dipende dalle scelte che facciamo oggi.

Gestione cookie