Stretta partita iva forfettaria: chi avrà questo ora rischia l’esclusione dal regime

Partita IVA forfettaria e società: un binomio possibile? Scopriamo insieme regole e limiti. Chi avrà questo ora rischia davvero l’esclusione dal regime.

Nel mondo del lavoro autonomo e delle piccole imprese, la gestione fiscale è un argomento che non passa mai inosservato.

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Stretta partita iva forfettaria: chi avrà questo ora rischia l’esclusione dal regime (Uspms.it)

Tra le varie opzioni disponibili, la partita IVA forfettaria si è affermata come una scelta popolare per molti professionisti e piccoli imprenditori. Ma cosa succede quando si vuole spingersi oltre, magari entrando a far parte di una società o acquisendo una quota di essa? La domanda non è da poco e merita una risposta dettagliata.

Prima di addentrarci nel cuore dell’argomento, facciamo un passo indietro e chiediamoci: cos’è esattamente la partita IVA forfettaria? In breve, si tratta di un regime fiscale agevolato introdotto per semplificare la vita a liberi professionisti e piccoli imprenditori, con un fatturato annuo limitato. Questo regime prevede una tassazione ridotta e minori adempimenti burocratici, rendendolo estremamente attraente.

Regime agevolato, si può mantenere?

Ma eccoci alla questione centrale: è possibile mantenere questo regime agevolato e allo stesso tempo essere parte di una società? La risposta è sì, ma con delle specifiche condizioni e limiti da rispettare. La legge prevede infatti che un titolare di partita IVA forfettaria possa detenere quote di società, ma con delle restrizioni legate al tipo di società e ai guadagni massimi consentiti.

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Regime agevolato, si può mantenere? (Uspms.it)

Per mantenere i benefici del regime forfettario, il professionista deve assicurarsi che la sua partecipazione in società non superi determinate soglie di reddito. Inoltre, è fondamentale che la società in questione non rientri in alcune categorie specifiche, come le società a responsabilità limitata non semplificate, per esempio. Questo perché il regime forfettario è pensato per supportare le piccole realtà imprenditoriali e professionali, e non è compatibile con forme societarie di dimensioni o complessità maggiori.

Un altro aspetto da considerare è il calcolo del reddito complessivo, che deve includere sia i guadagni derivanti dall’attività autonoma sia quelli provenienti dalla partecipazione societaria. Questo totale non deve superare il limite massimo stabilito per l’accesso al regime forfettario, che varia a seconda dell’attività svolta.

In questo contesto, diventa essenziale pianificare con attenzione la propria posizione fiscale, valutando sia le opportunità che i limiti imposti dalla normativa. La flessibilità del regime forfettario può rappresentare un vantaggio significativo per chi desidera intraprendere o espandere un’attività imprenditoriale, ma richiede una gestione oculata per non incappare in spiacevoli sorprese.

Alla luce di queste considerazioni, emerge chiaramente che la compatibilità tra partita IVA forfettaria e partecipazione societaria non è solo possibile, ma può rappresentare una strategia vantaggiosa per molti professionisti e piccoli imprenditori. Tuttavia, è fondamentale approcciarsi a questa opportunità con la giusta informazione e consapevolezza delle regole da rispettare.

E tu, hai già considerato questa possibilità per la tua attività? Ricorda che ogni scelta imprenditoriale deve essere ponderata e basata su una solida conoscenza delle opzioni disponibili. La strada verso il successo è lastricata di decisioni informate: fai in modo che la tua sia una di queste.

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