Tante persone commettono, magari inconsapevolmente, degli errori frequenti nella dichiarazione di successione, che possono costare 1.200 €. Ecco cosa non fare.
Se pensi che le tasse di successione siano solo moduli e marche da bollo, preparati a ricrederti: piccoli sbagli, ritardi e detrazioni ignorate possono trasformarsi in multe pesanti. Così, occorre conoscere quegli errori frequenti che possono costare caro.

Spesso si arriva a 1.200 € di sanzioni! C’è un modo rapido per mettere al sicuro il portafoglio, ma pochi lo usano davvero. Ecco come fare.
Gli errori da evitare nella successione
Parliamo chiaro: quando c’è di mezzo una successione, il rischio di buttare via soldi è reale. Bastano una riga scritta male, un documento non aggiornato, una scadenza saltata. E la sorpresa amara arriva puntuale: sanzioni che sfiorano i 1.200 € (e oltre) per errori che si potevano evitare con un controllo da cinque minuti. Ti è mai capitato di pensare “lo faccio dopo”? In materia di dichiarazione di successione, quel “dopo” costa.

Il punto di partenza è semplice: in Italia la dichiarazione di successione va presentata entro 12 mesi dal decesso, gestendo al millimetro atti catastali, beni, quote, debiti e detrazioni. Gli errori “classici” hanno un copione prevedibile. C’è chi non aggiorna i dati catastali e lascia discrepanze tra registro e realtà; chi ignora franchigie e agevolazioni (come la franchigia di 1 milione di euro per coniuge e figli, o i benefici per disabilità grave ex L. 104/1992); chi non dichiara correttamente la cosiddetta “T-risk” (pendenze fiscali o situazioni particolari legate ai tributi del defunto); e poi c’è chi arriva tardi o non presenta proprio la dichiarazione. Tutte strade che portano allo stesso bivio: sanzioni.
Queste possono arrivare fino al 120% dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 € anche quando l’imposta non è dovuta. E se presenti in ritardo entro 30 giorni, la sanzione è ridotta, ma parliamo comunque di percentuali importanti, intorno al 45% dell’imposta. A questo aggiungi gli interessi e gli effetti collaterali: pratiche bloccate, accessi ai conti ereditari rallentati, passaggi di proprietà che slittano, contenziosi che si aprono a catena. Il tempo, in successione, non è solo denaro: è serenità familiare.
C’è però una buona notizia: gli esperti del settore ricordano che la via d’uscita esiste e non passa per magie, ma per strumenti previsti dalla legge. L’Agenzia delle Entrate e il Testo Unico sulle Successioni (D.Lgs. 346/1990), insieme al sistema sanzionatorio (D.Lgs. 472/1997), disegnano un percorso chiaro: se ti muovi per tempo, puoi ridurre drasticamente i danni.
Qui entra in scena la mossa salva-portafoglio: il ravvedimento operoso. In pratica, se ti accorgi di un errore o un’omissione, puoi correggere la dichiarazione e pagare l’imposta dovuta con sanzioni ridotte e interessi, purché lo faccia entro le finestre temporali utili (nelle successioni, muoversi entro l’anno è la scelta prudenziale). È la stessa Agenzia delle Entrate a considerarlo il canale per “raddrizzare” la rotta. Più aspetti, più le riduzioni si assottigliano.
Cosa devi controllare subito? Prima di tutto che i dati catastali di immobili e terreni siano perfettamente coerenti con quanto dichiari: rendite aggiornate, intestazioni corrette, quote precise. Poi verifica la corretta applicazione delle franchigie: oltre alla franchigia di 1 milione per coniuge e figli (aliquota 4% sull’eccedenza), ricorda che per fratelli e sorelle la franchigia è di 100.000 € con aliquota 6% sull’eccedenza, mentre per altri parenti fino al quarto grado l’aliquota è 6% senza franchigia, e per i soggetti non parenti si sale all’8% senza franchigia; per i soggetti con handicap grave la franchigia sale a 1,5 milioni di euro.
Se non applichi bene queste soglie, rischi di pagare di più o, peggio, di incorrere in sanzioni. E non dimenticare la T-risk: se il defunto aveva debiti fiscali o cartelle, vanno considerate e gestite in modo trasparente nella pratica. Il secondo passo è tattico: fatti aiutare. Un notaio o un consulente esperto in successioni può rivedere tutta la documentazione, individuare le incongruenze e predisporre una dichiarazione integrativa se serve.
Non rimandare: se lasci correre, la somma non è solo la sanzione. Aumentano gli interessi, si complica la voltura catastale, si congelano i tempi per vendere o affittare un immobile ereditato, e si rischia di perdere agevolazioni collaterali.
 
 




