Ti danno 600 euro per 10 anni: ecco chi può avere questo indennizzo

Un assegno mensile di oltre 600 euro per accompagnare l’uscita dal lavoro fino a dieci anni prima della pensione di vecchiaia: non è fantascienza.

Analizziamo una possibilità reale prevista dall’ordinamento italiano attraverso la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, meglio nota come RITA.

mani contano soldi
Ti danno 600 euro per 10 anni: ecco chi può avere questo indennizzo

Si tratta di uno strumento “ponte” della previdenza complementare che consente a chi ha aderito a un fondo pensione di trasformare parte del montante accumulato in una rendita temporanea, erogata ogni mese fino al momento in cui maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia. In molti casi l’importo può aggirarsi intorno ai 600 euro mensili, e la durata arrivare fino a un massimo di dieci anni.

La RITA non è un sussidio pubblico né un’indennità a carico dello Stato: è un’erogazione a tuo favore finanziata con il risparmio previdenziale che hai accumulato nel fondo pensione negoziale, aperto o nel PIP (piano individuale pensionistico). La finalità è accompagnare chi interrompe l’attività lavorativa verso la pensione, garantendo una continuità di reddito in un periodo che altrimenti resterebbe scoperto o coperto solo parzialmente da altri strumenti.

RITA, chi può richiederla e come funziona

L’accesso è possibile in due canali principali, entrambi con la condizione preliminare di aver aderito a una forma di previdenza complementare per almeno cinque anni e di aver cessato il rapporto di lavoro: il canale ordinario (fino a 5 anni prima della vecchiaia) e il canale esteso (fino a 10 anni prima della vecchiaia). In entrambi i casi, è indispensabile la cessazione dell’attività lavorativa al momento della domanda. L’accesso non dipende da limiti di reddito familiare o da appartenenza a categorie tutelate, ma dall’adesione alla previdenza complementare e dal rispetto dei requisiti temporali e contributivi previsti.

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RITA, chi può richiederla e come funziona – uspms.it

L’importo della RITA non è fisso: dipende dal capitale accumulato nel fondo pensione e dalla durata scelta per l’erogazione. L’idea dei “600 euro al mese” deriva da scenari tipici, per esempio, un montante di 72.000 euro erogato in 10 anni corrisponde, in linea teorica, a 600 euro lordi al mese. Sulla RITA si applica una tassazione agevolata: l’aliquota ordinaria è del 15%, che può ridursi fino al 9% in funzione degli anni di partecipazione alla previdenza complementare oltre il quindicesimo.

La domanda si presenta direttamente al proprio fondo pensione o al PIP, allegando la documentazione che attesta la cessazione del rapporto di lavoro, la distanza temporale dal requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, l’eventuale stato di inoccupazione da almeno 24 mesi per l’accesso fino a 10 anni prima, e l’anzianità di iscrizione alla previdenza complementare (almeno cinque anni). I fondi, in genere, mettono a disposizione moduli dedicati e assistenza.

Il tuo fondo pensione o PIP: regolamenti, moduli e simulatore RITA. Portale INPS: estratto conto contributivo, requisiti anagrafici per la vecchiaia e stima della decorrenza. Consulente previdenziale o patronato: verifica dei requisiti e della convenienza fiscale. Con i giusti requisiti e una pianificazione attenta, la RITA può tradurre l’accantonamento previdenziale in un “indennizzo” mensile concreto, anche superiore a 600 euro, per attraversare con maggiore serenità gli anni che separano dalla pensione di vecchiaia.

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