I tempi del Covid e del coprifuoco indetto per impedire la diffusione del contagio sembrano solo un incubo oggi, ma sono un triste ricordo di un periodo complicato che proprio in questi giorni viene riportato a galla da un’ordinanza rivolta ai minori di 14 anni.
L’adolescenza è un periodo di scoperta, di ribellione, ma anche di responsabilità. In una società sempre più complessa e veloce, il ruolo dei giovani diventa centrale, soprattutto quando si parla di sicurezza e ordine pubblico. Negli ultimi tempi, un fenomeno preoccupante ha iniziato a prendere piede: l’uso improprio di monopattini e altri mezzi elettrici da parte dei minorenni, spesso fonte di disturbo e pericolo nelle nostre città.

I numeri parlano chiaro: l’incremento degli incidenti legati all’uso di questi mezzi da parte dei più giovani è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Non si tratta solo di piccoli incidenti, ma di veri e propri atti di vandalismo, di disturbo della quiete pubblica, che mettono a rischio la sicurezza dei cittadini e l’incolumità degli stessi ragazzi. Questa situazione ha portato le autorità locali di diverse città a prendere provvedimenti severi, nel tentativo di arginare il fenomeno.
Tra le misure adottate, spicca quella di una cittadina del Tirreno cosentino, che ha deciso di intervenire con un’ordinanza comunale piuttosto controversa. Il provvedimento prevede che i ragazzi sotto i 14 anni non possano circolare da soli tra le 00:30 e le 7 del mattino, dal 25 luglio al 30 settembre. Una decisione radicale, che ha scatenato un acceso dibattito tra i cittadini e che pone interrogativi profondi sul rapporto tra libertà individuale e sicurezza collettiva.
Praia a Mare indice il coprifuoco per i minori di 14 anni: l’ordinanza comunale solleva un vespaio di polemiche
La scelta dell’amministrazione locale nasce da un’esigenza di tutela dell’ordine pubblico, in risposta a settimane di segnalazioni relative a vandalismi, schiamazzi notturni e uso improprio di monopattini. Il sindaco della cittadina, Antonino De Lorenzo, ha definito l’ordinanza un “atto dovuto”, motivato dalla necessità di proteggere i giovani e garantire la tranquillità dei residenti. Tuttavia, non mancano le voci critiche, che vedono in questa misura un eccesso di zelo e una possibile violazione dei diritti dei più giovani.

Il dibattito si accende anche sul fronte delle sanzioni previste: multe salate per i minori sorpresi fuori casa negli orari vietati e per i loro genitori o tutori. Si tratta di una strategia punitiva che solleva dubbi sulla sua effettiva efficacia nel lungo termine. È davvero attraverso multe e restrizioni che si può educare alla responsabilità e al rispetto delle regole?
Inoltre, l’ordinanza apre una riflessione più ampia sul ruolo della famiglia e della comunità nell’educazione dei giovani. Il sindaco ha sottolineato la necessità di una maggiore responsabilità da parte delle famiglie, ma è evidente che il problema richiede una soluzione condivisa, che coinvolga tutti gli attori sociali.
La decisione di Praia a Mare diventa così un caso emblematico, un esperimento di gestione della movida giovanile che merita attenzione. Sarà interessante osservare gli sviluppi e valutare se questa misura estrema porterà ai risultati sperati o se sarà necessario ripensare l’approccio alla questione, cercando soluzioni più inclusive e meno punitive.