Tutti lo stanno provando perché funziona davvero: un modo semplice, furbo e “a prova di schizzi” per separare pasta e acqua in pochi secondi, sfruttando la gravità. Risultato? Pentola pronta per il condimento e “oro liquido” di cottura salvato. Vuoi capire come si fa senza spoiler?
Basta rovesciare litri di acqua bollente nel lavello come se fosse un rito inevitabile. Se ogni volta che scoli la pasta ti giochi metà del sapore e rischi mini-geyser sulle dita, non sei solo.

La scena è questa: pentola pesante, scolapasta nel lavello, inclinazione sbilenca, un attimo di esitazione e—zac—l’acqua di cottura più preziosa va giù nello scarico, insieme a qualche rigatone ribelle. Quante volte ti sei detto: “Tanto la rifaccio con un mestolo di rubinetto”? Peccato che non sia la stessa cosa: quell’acqua contiene amido, sapore, temperatura; è l’ingrediente segreto che fa “legare” le salse e avvolge la pasta come al ristorante.
Il problema, in cucina, si presenta così: nel gesto frettoloso di scolare, spesso perdi l’acqua amidacea che trasforma un semplice sugo di pomodoro in una crema lucida e setosa. E più la pasta è buona, più è un peccato. Che tu stia cucinando per te o per amici affamati, lo spreco si traduce in salse che non emulsionano, padelle da rimettere sul fuoco perché “non lega”, minuti che scappano e, diciamolo, un rischio concreto di scottature da vapore e schizzi.
Gli chef e le scuole di cucina lo ripetono da anni: tenere da parte l’acqua di cottura è una delle mosse più intelligenti, perché l’amido aiuta a creare un’emulsione stabile con grassi e condimenti. Io stessa, dopo un pranzo domenicale finito con tagli al dito e fusilli in fuga nel lavello, ho deciso di provare il trucco che impazza sui social. Da allora, la pasta esce dalla pentola già pronta a conoscere il condimento, senza sceneggiate idrauliche.
Metodo della gravità: come si fa
Il trucco virale, lo avrai visto su TikTok, dove spopola in video brevissimo, è tanto semplice quanto geniale: posiziona lo scolapasta dentro la pentola di pasta, come se fosse un “tappo” rovesciato. Le due prese devono combaciare bene o comunque permetterti una presa salda. A questo punto, afferra i manici con presine o guanti (il vapore è traditore), mantieni il contatto tra pentola e scolapasta, e capovolgi il tutto sopra il lavello per far defluire l’acqua attraverso i fori.

La gravità fa il resto: l’acqua di cottura scende, la pasta resta di fatto “imprigionata” all’interno della pentola e non si sbriciola nello scolapasta. Vuoi salvare l’oro caldo? Invece del lavello, drena sopra una seconda pentola o una ciotola capiente: in pochi secondi avrai un tesoro fumante da tenere vicino ai fornelli. Il vantaggio è triplo: meno schizzi e quindi maggiore sicurezza, acqua di cottura recuperata senza acrobazie, pasta che resta in pentola già pronta per l’aggiunta del condimento. E la sensazione di controllo? Totale. Niente più “dove l’ho messa?”, niente più pasta che si raffredda mentre cercavi un mestolo.
Qualche accortezza trasforma questo trend in abitudine sicura. Se la pentola è pienissima, elimina un mestolo di liquido prima di capovolgere per ridurre la pressione del vapore. Verifica che lo scolapasta sia robusto e ben dimensionato rispetto alla pentola; quelli in acciaio o in silicone rigido con bordi ampi sono ideali. Tieni le mani lontane dal getto che esce: l’amido alza la capacità ustionante dell’acqua. E se ti serve moltissima acqua di cottura, piazza una seconda pentola nel lavello e scola direttamente dentro: pulito, veloce, professionale.
A quel punto, entra in scena la magia delle salse. L’acqua amidacea è l’alleata perfetta per “montare” condimenti come aglio e olio, pomodoro e basilico, pesto, cacio e pepe, ragù che ha bisogno di lucidità. Funziona così: trasferisci la pasta fumante nella padella con il condimento, aggiungi mezzo mestolo di acqua di cottura e salta vigorosamente. L’emulsione si crea in pochi secondi; se serve, aggiungi ancora un filo d’acqua. Per i formaggi, questa mossa evita filamenti pesanti e crea creme che accarezzano. Io l’ho usata anche per recuperare un sugo troppo salato: l’acqua di cottura diluisce mantenendo struttura, senza annacquare il gusto.