Villa Crespi, il ristorante di Cannavacciuolo delude: “Era meglio quando….”

Villa Crespi delude, Antonio Cannavacciuolo non crede alle parole che deve ascoltare: “Era meglio quando…”. Ecco cosa è realmente accaduto.

Cannavacciuolo, uno chef di fama internazionale, ha saputo conquistare i palati più esigenti con la sua cucina innovativa e ricercata.

antonino cannavacciuolo sorpreso
Villa Crespi, il ristorante di Cannavacciuolo delude: “Era meglio quando….” (ANSA) Uspms.it

La sua creatività culinaria trova casa a Villa Crespi, un luogo incantato situato sulle rive del Lago d’Orta. Questa dimora storica, trasformata in un hotel con ristorante, offre un’esperienza unica, dove l’architettura moresca si fonde con la passione per la gastronomia di alto livello.

Tuttavia, nonostante il prestigio e le stelle Michelin, alcuni ospiti hanno espresso delusione per l’approccio culinario del ristorante, segnalando aspettative non completamente soddisfatte.

Villa Crespi da Cannavacciuolo: un’esperienza sotto le stelle che non brilla?

Un cliente, deluso da Villa Crespi ristorante di Antonino Cannavacciuolo, ha condiviso su TripAdvisor la sua esperienza: “Lo chef non c’era, forse perché in ferie o cmq impegnato altrove. Il menu ‘mettici l’anima’ era composto da tutti Antipasti (!!!) e un primo, 9 portate ma rispetto all’altro menu non c’era il ‘secondo’, perché c’erano le rane (vedi voce antipasti). La cipolla con tartufo e caviale forse il piatto meno riuscito, troppi sapori sperati, ma alla fine si sentiva solo la cipolla. Il benvenuto dello chef era delizioso perchè tutto era in formato mignon. Il predessert era un piatto salato, ma secondo me no, non ci stava affatto. Chi proverà vedrà (non voglio spoilerare nulla). Soprattutto perché era un piatto che…. si insomma chiunque fa a casa spesso…”.

recensione su tripadvisor di villa crespi di antonino cannavacciuolo
Villa Crespi da Cannavacciuolo: Un’esperienza sotto le stelle che non brilla? (Foto TripAdvisor) Uspms.it

E poi continua, sottolineando quello che non ha gradito: “Nessun piatto tale da dire WOW: tutto nella norma. Spero che non sia la terza stella che non gli fa più cercare azzardi o combinazioni strane tali da dire, siamo stati in un tre stelle. Personale cmq gentile, piatti cmq molto buoni, ma da un 3 stelle forse mi aspettavo qualcosa in più. Sarebbe carino che al termine del servizio anche solo un souschef si affacci per salutare chi è andato a rendere omaggio alla loro cucina, invece no, peccato. Rispetto alla prima volta, (che aveva ancora 2 stelle) questa è stata un po’ deludente.”

Questo feedback sottolinea una delusione palpabile, non tanto per la qualità intrinseca dei piatti, quanto per l’assenza di quel fattore “wow” che ci si aspetterebbe da un ristorante tre stelle Michelin. La mancanza di un saluto finale da parte dello chef o di un suo rappresentante sembra aver lasciato un’impressione di distacco, contrastando con l’idea di ospitalità e cura del dettaglio che caratterizza i ristoranti di alta cucina.

La critica, pur essendo un’opinione personale, solleva una riflessione importante sull’evoluzione della ristorazione di lusso e sulle aspettative dei clienti. In un mondo dove l’eccellenza è spesso data per scontata, come possono gli chef e i loro team continuare a sorprendere e coinvolgere i loro ospiti?

La vostra esperienza a Villa Crespi è stata all’altezza delle aspettative o avete riscontrato sensazioni simili? La condivisione di queste esperienze personali contribuisce a creare un dialogo aperto sulla gastronomia di alto livello, invitando a una riflessione più ampia sul significato dell’ospitalità e dell’innovazione in cucina.

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