ChatGPT dà ottimi consigli sulla riparazione delle auto, dice uno studio: se ha un problema non dovrai più portarla dal meccanico.
Non è fantascienza: il primo parere “di officina” potrebbe arrivare dallo smartphone. Uno studio condotto nel Regno Unito da Scrap Car Comparison, grande player del settore rottamazioni, ha messo sotto esame tre tra i chatbot più utilizzati — ChatGPT, Google AI Overview e Microsoft Copilot — per capire se e quanto possano aiutare gli automobilisti quando l’auto comincia a fare i capricci. Il risultato ha sorpreso gli stessi addetti ai lavori: le risposte dell’intelligenza artificiale, in molti casi, sono risultate solide, ragionate e utili per orientarsi tra guasti, spie e dubbi da proprietario.

Il test è semplice quanto concreto: una batteria di scenari veri, dagli inconvenienti più comuni alle scelte che nessuno vorrebbe fare. Per esempio: conviene investire su una compatta di oltre dieci anni con frizione alla frutta, climatizzatore fuori uso e revisione fallita a causa del freno a mano, oppure è meglio arrendersi e rottamare? E ancora: con la spia motore accesa, è il caso di correre subito in officina o di valutare prima il quadro generale? A valutare le risposte non è stato un algoritmo, ma un tecnico in carne e ossa: Tim Singer, responsabile di officina presso BMS Cars, partner della società che ha commissionato lo studio. Ecco tutte le novità.
ChatGPT riparerà le nostre auto invece del meccanico?
Quattro i criteri di giudizio che l’AI deve garantire: sicurezza, legalità, accuratezza e utilità pratica. A rispettarli tutti è stata ChatGPT, lodata per la capacità di articolare i pro e i contro, contestualizzare i costi e indicare i passaggi preliminari di diagnosi senza scadere in semplificazioni pericolose.

La nota stonata? Alcuni suggerimenti spingevano verso il fai da te. È qui che gli esperti stringono il freno a mano: l’IA può dare un’impressione di padronanza che non sempre corrisponde alla realtà di bulloni, coppie di serraggio e normative. Come funziona, dunque, “l’officina virtuale”? L’utente descrive sintomi e contesto — chilometraggio, condizioni recenti, eventuali segnali anomali — e il modello elabora una risposta basata su enormi insiemi di testi tecnici, manuali pubblici, forum e linee guida disponibili in rete.
Nella pratica, ChatGPT eccelle nel proporre check preliminari sensati (ascoltare rumori specifici, verificare perdite evidenti, considerare l’età dei componenti a usura), nel chiarire quando un guasto influisce sulla sicurezza e nel suggerire il momento in cui fermarsi e chiedere una diagnosi professionale. Laddove conta la valutazione economica, riesce a mettere in fila le variabili chiave: valore residuo dell’auto, costo stimato della riparazione, tempi di fermo, e persino l’impatto di una revisione imminente.
Resta un alone di mistero — e inevitabile — su ciò che l’IA “vede” davvero: non smonta, non annusa benzina, non prova la sensazione di una frizione che slitta. Eppure, proprio perché rimane a un passo dalla chiave da 13, la sua forza è la cornice: aiuta a definire priorità, a prevenire scelte impulsive, a presentarsi in officina con domande migliori e dati più completi. In altre parole, non stringe i bulloni, ma stringe il perimetro della decisione.
Lo studio britannico avverte comunque che l’affidabilità non è uniforme: un dettaglio mancante nella domanda può produrre risposte fuorvianti; un contesto legale differente (revisioni, assicurazione, emissioni) può cambiare le carte in tavola; una formulazione troppo generica può indurre a trascurare rischi importanti. È per questo che i ricercatori hanno incluso legalità e sicurezza tra i parametri principali, notando come i migliori risultati arrivino quando l’utente fornisce informazioni precise e quando l’IA mantiene una linea conservativa sui lavori critici.
E il meccanico? Non sparisce: diventa l’arbitro finale, l’unico che mette le mani dove l’IA non può arrivare. Il cambiamento è già in atto e promette di essere dirompente: meno ansia da imprevisto, preventivi discussi con più consapevolezza, scelte di spesa meglio ponderate. Forse non è ancora l’addio al meccanico, ma è l’inizio di una convivenza che potrebbe trasformare, per sempre, il modo in cui curiamo le nostre auto.





