Hai fatto lavori in casa? Rischi di perdere 5.280 euro

Se hai fatto lavori in casa rischi di perdere addirittura 5280 euro, diventa dunque interessante andare ad approfondire il discorso per evitare perdite esagerate.

Attenzione, perché potresti essere a un passo da una perdita che non ti aspetti. Se negli ultimi anni hai messo mano alla tua abitazione – anche solo per interventi di manutenzione straordinaria – potresti ritrovarti con oltre cinquemila euro in meno rispetto a quanto avevi previsto.

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Hai fatto lavori in casa? Rischi di perdere 5.280 euro (uspms.it)

Non c’entrano ritardi dei lavori o fatture smarrite, e non dipende nemmeno da una contestazione sul cantiere. Il punto è altrove, in un dettaglio che sembra innocuo e che emerge proprio ora, mentre si prepara la stagione delle dichiarazioni. Un dettaglio che ha a che fare con un codice, una casella, una comunicazione che molti stanno sottovalutando.

Perché se il benefit fiscale che hai richiesto nel 2021 sembrava ormai acquisito, la certezza potrebbe vacillare per via di controlli retrospettivi e riscontri documentali. E il rischio concreto è quello: perdere fino a 5.280 euro. Dove si annida l’insidia? Nelle pieghe di un adempimento che quest’anno conta più del solito.

Lavori in casa, cosa sta succedendo?

L’Agenzia delle Entrate ha avviato verifiche retroattive sui benefici legati al Bonus Ristrutturazioni fruito nel 2021. L’obiettivo è accertare la correttezza delle detrazioni richieste e delle opzioni esercitate, a partire dalle comunicazioni formali e dalla documentazione a supporto. L’attenzione si concentra tanto sugli aspetti formali – come la corretta compilazione del cosiddetto bonifico parlante – quanto sulle scelte effettuate in tema di cessione del credito.

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Lavori in casa, cosa sta succedendo? (Uspms.it)

A fare la differenza è la natura dell’errore: gli errori formali possono spesso essere sanati, preservando la detrazione; quelli sostanziali o legati a opzioni non comunicate correttamente possono invece aprire la strada a contestazioni ben più serie. In altre parole, non tutti gli sbagli pesano allo stesso modo, ma alcuni possono costare caro.

Il punto caldo è il modello 730/2025. Chi ha usufruito del Bonus Ristrutturazioni nel 2021 deve prestare attenzione a un dettaglio cruciale in dichiarazione: un refuso nell’IBAN riportato in un bonifico parlante, oppure la mancata o errata indicazione della cessione del credito, può tradursi nella perdita di una somma significativa, fino a 5.280 euro. È un importo che molti consideravano ormai “in tasca”, ma che oggi può essere rimesso in discussione se le carte non tornano.

Secondo le indicazioni operative, gli errori formali – per esempio l’IBAN trascritto male nel bonifico parlante – possono non compromettere il diritto all’agevolazione, a patto che vengano corretti in modo tempestivo e documentato. Diverso il discorso per le anomalie relative alla cessione del credito: un’omissione o un’indicazione non coerente con le comunicazioni effettuate può generare rilievi che impattano direttamente sulla spettanza della detrazione o sulla validità stessa dell’opzione esercitata.

Se l’Agenzia delle Entrate invia una comunicazione di irregolarità riguardante il Bonus Ristrutturazioni 2021, il tempo diventa un fattore decisivo. Quella lettera non è un accertamento definitivo: è una finestra per verificare, spiegare e, se serve, rimediare. Occorre ricostruire con precisione i passaggi, recuperare bonifici parlanti, fatture, eventuali ricevute delle comunicazioni di cessione del credito e ogni documento utile a dimostrare la correttezza dell’agevolazione.

Quando sono presenti errori sanabili, si può intervenire con gli strumenti previsti dalla legge, incluso il ravvedimento operoso, per regolarizzare e limitare l’impatto di sanzioni e interessi. Nei casi più complessi è consigliabile farsi assistere da un professionista, così da impostare risposte complete e coerenti con le richieste dell’amministrazione finanziaria.

La cifra che circola nei rilievi è tutt’altro che simbolica. Tra quote annuali di detrazione e possibili ricalcoli legati a opzioni non correttamente comunicate, l’effetto cumulato può arrivare a 5.280 euro, un importo capace di impattare in modo sensibile sul bilancio familiare. È per questo che l’attenzione ai dettagli non è una formalità: un codice in meno, una casella sbagliata o una comunicazione non allineata possono cambiare l’esito dell’intera pratica.

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