Spalletti ribalta la Juventus, così cambia la squadra bianconera

La Juventus si muove per il futuro e in cima alla lista c’è Luciano Spalletti: il tecnico di Certaldo è pronto a ribaltare la squadra.

Esonero, scossa e ripartenza. La Juventus ha scelto di chiudere l’esperienza di Igor Tudor dopo l’ennesimo passo falso di una stagione nata storta e proseguita peggio, con la striscia senza vittorie che si è allungata oltre il mese. Dal 4-3 pirotecnico contro l’Inter di inizio settembre, ai bianconeri sono rimasti in dote soltanto pareggi e sconfitte in serie tra campionato e Champions League: troppo poco, sia sul piano dei risultati sia su quello del gioco.

Spalletti
Spalletti ribalta la Juventus, così cambia la squadra bianconera (Instagram @lucianospalletti) – uspms.it

Nella mattinata successiva all’ultimo stop è arrivato l’annuncio: esonero del tecnico croato e promozione momentanea di Brambilla dalla Next Gen alla prima squadra, con il compito di traghettare il gruppo almeno fino alla prossima gara di Serie A contro l’Udinese. Intanto, la società si muove per il futuro. In cima alla lista c’è Luciano Spalletti: il tecnico di Certaldo è il profilo preferito dalla dirigenza, come trapelato anche durante la live di Calciomercato.it, con Raffaele Palladino tenuto in stand-by.

Spalletti ribalta la Juventus: il suo arrivo in squadra

Spalletti stuzzica per carisma, metodo e una proposta di gioco riconoscibile, capace di rilanciare singoli e collettivo. Archiviata la parentesi non felice in Nazionale, Torino potrebbe essere la tappa per “chiudere un cerchio” dopo lo Scudetto di Napoli, con in dote i suoi dettami e un impianto modulare che parte dal 4-3-3. Il primo cambio sarebbe appunto di sistema. Dal pragmatismo spezzettato e molto uomo su uomo visto a tratti con Tudor, la Juventus si riorganizzerebbe nella struttura spallettiana: 4-3-3 in non possesso, principi codificati, riaggressione immediata, gestione delle distanze e occupazione razionale degli spazi tra linee.

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Spalletti ribalta la Juventus: il suo arrivo in squadra (Instagram @lucianospalletti) – uspms.it

In costruzione si svilupperebbe una salita 3+2: uno dei terzini stringe per creare la linea a tre, l’altro garantisce ampiezza alta; i due interni si alzano tra mezzespazio e corridoio esterno, mentre il centravanti fissa i centrali avversari per liberare le ricezioni alle spalle del primo pressing. La palla, più che correre in orizzontale, viaggerebbe verticalmente a ritmo e a tempo, con sequenze di terzo uomo e attacchi del lato debole, marchio di fabbrica del tecnico. Per aderire a questo abito, servirà anche mercato.

A gennaio, nel mirino un terzino destro con gamba e qualità in conduzione, un centrale mancino per facilitare l’uscita dal basso e un centrocampista funzionale al fraseggio corto-lungo. Al netto degli innesti, la ripartenza avrebbe comunque punti fermi. Tra i pali Di Gregorio, per attitudine al gioco coi piedi e tempi di scelta. In difesa, con Bremer lungodegente, possibile asse centrale Kalulu-Gatti: il primo per velocità di lettura e progressione, il secondo per aggressività e duelli aerei.

Sulle corsie, Cambiaso rimane un jolly prezioso, già conosciuto da Spalletti in Nazionale e capace di interpretare sia il terzino largo sia l’interno che si stringe; sull’altro lato, profilo alla João Mário per garantire corse continue, cross tesi e connessioni dentro-fuori. In mezzo, Locatelli agirebbe da perno basso, responsabilizzato nella pulizia delle prime uscite e nelle inversioni di lato. Accanto a lui, Thuram darebbe rotture senza palla, atletismo e recuperi in avanti, mentre a completare il reparto Spalletti alternerebbe un box-to-box come McKennie a un rifinitore-ordinatore tipo Koopmeiners, da rilanciare in un contesto di linee di passaggio costanti e compiti chiari.

In questo scenario Yildiz diventa pedina ideale per il ruolo di esterno creativo che riceve tra le linee, mentre un profilo come Conceição garantirebbe strappi, 1 contro 1 e profondità a destra, replicando, per caratteristiche, la dinamica Politano-Kvaratskhelia vista a Napoli. Al centro, il duello tecnico-tattico riguarda la maglia da 9: Dusan Vlahovic per attacchi alla profondità e presenza in area, oppure Jonathan David per cucire e venire incontro, con letture da seconda punta. Esiste anche una variante 4-2-3-1: doppio terminale con Vlahovic più alto e il canadese alle sue spalle da trequartista mobile, mezzali trasformate in doppio mediano per alzare la prima pressione e difendere in 4-4-2.

È una rivoluzione di metodo prima che di uomini: la Juventus si prepara a cambiare pelle, cercando nella mano di Spalletti il proprio rilancio competitivo.

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