Ti trascini stremato anche quando dormi e mangi bene? Forse non è “pigrizia”, ma un meccanismo invisibile che ti fa percepire ogni gesto più pesante del dovuto. Ecco a cosa è dovuto.
Partiamo dal problema che conosci fin troppo bene: ti alzi già svuotato, il caffè regge fino a metà mattina e il pomeriggio diventa una salita infinita. Il cambio di stagione ti abbatte, soprattutto verso l’autunno, quando luce e temperatura cambiano e la routine si sfascia. Poi arriva il weekend e, persino dopo il riposo, quella zavorra non molla. Se questa sensazione dura da oltre sei mesi, non è un capriccio del corpo: è un campanello serio.

Non sei pigro: sei intrappolato in un circolo vizioso che ti ruba energia. Giornate a incastro tra lavoro, famiglia e palestra e, nonostante tutto, ti svegli già stremato. Ti riconosci? Quella stanchezza che non passa non è solo sfortuna o disorganizzazione. Ecco la verità.
Ti senti sempre stanco e fuori forma? La colpa non è tua: cosa è emerso
Secondo ricerche dell’Università di Verona nell’ambito del programma MNESYS (uno dei più estesi in Europa, con circa 800 scienziati in oltre 90 centri), la stanchezza “appiccicata addosso” potrebbe dipendere da un cortocircuito nel cervello: il sistema che integra informazioni sensoriali e motorie sovrastima lo sforzo necessario a compiere un’azione. Tradotto: le sensazioni dei tuoi movimenti vengono percepite più intense di quanto siano, e il cervello “prevede” un carico troppo alto, facendoti sentire sfiniti prima ancora di iniziare.

Gli studi, guidati da Mirta Fiorio e Angela Marotta del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, lo hanno osservato sia in patologie in cui la fatica è frequente (come il Parkinson), sia in persone sane che nella vita quotidiana si sentono più affaticate del normale. E non è un fenomeno raro: riguarda circa 1 italiano su 10, spesso già stanco fin dal mattino, e la sensazione peggiora al cambio di stagione.
Se sottovaluti la fatica, rischi di spingere ancora di più sull’acceleratore, con il classico loop caffeina-zucchero che ti illude per un’ora e poi ti schianta. La produttività cala, fai errori, rimandi e la frustrazione cresce. In palestra puoi esagerare per “recuperare forma” e finire sovraccarico. A fine mese potrebbe tradursi in soldi spesi in integratori a caso e visite inutili; a fine stagione, in un umore a terra.
E se dietro c’è anche una causa medica (anemia, tiroide, apnee del sonno, depressione), aspettare significa peggiorare il quadro. Gli esperti che hanno condotto lo studio spiegano che quando il cervello non riduce correttamente l’intensità delle sensazioni che provengono dai propri movimenti, finiamo per ritenere le azioni più dure del dovuto. La buona notizia è che si può allenare la “manopola” della percezione.
Come? Secondo le indicazioni dei ricercatori, yoga e pilates sono alleate preziose. Accanto al lavoro sul corpo, le linee guida della American Academy of Sleep Medicine insistono su un sonno regolare: stesso orario per andare a letto e per svegliarsi, anche nel weekend, e luce naturale al mattino per ancorare l’orologio biologico. Spegnere gli schermi un’ora prima di dormire e tenere la stanza fresca e buia sono piccoli hack con impatto enorme. Se russare forte, risvegli frequenti o sonnolenza diurna sono la norma, è fondamentale parlarne con il medico.
Sul fronte dell’energia diurna, funziona la strategia del “pacing”: frammenta i compiti intensi e alterna sforzo e recupero. Prima di iniziare una attività, valuta su una tua scala percepita da 1 a 10 quanto ti senti carico; se sei già a 7 prima di partire, ridimensiona o spezzetta l’obiettivo. Molti trovano utile lavorare per cicli brevi e completi (ad esempio 25 minuti concentrati + 5 di pausa), alzandosi, bevendo acqua e facendo due minuti di respirazione diaframmatica.
Anche cibo e idratazione fanno la loro parte. Pasti regolari, con proteine e carboidrati complessi, stabilizzano il rilascio di energia. E sugli integratori niente fai-da-te. Se sospetti carenze (ferro, B12, vitamina D), verifica con il medico prima di prendere qualsiasi cosa. Infine, se la stanchezza è presente da oltre sei mesi, peggiora, ti impedisce attività quotidiane o si accompagna a sintomi importanti, parlane con il medico.